La corte d’appello di Caltanissetta ha condannato una donna di 37 anni per abusi su un minorenne ospite di una comunità della provincia Nissena. Confermata quindi la pena inflitta in primo grado a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Inoltre per la donna, che era impiegata come operatrice dentro la comunità, c’è l’interdizione nello svolgimento di attività con minorenni.

La vicenda

Stando a quanto ricostruito sino ad oggi nei due dibattimenti in abbreviato, la donna avrebbe costretto il minore a fare sesso in un’estate del 2016. L’imputata, 37 anni, era impiegata come operatrice all’interno della comunità. Pare essersi invaghita di questo 13enne. Prima lo avrebbe adocchiato, baciato e palpeggiato in una circostanza. Quindi gli abusi sul minorenne si sarebbero consumati una notte. L’operatrice della comunità si intrufolò nella stanza del ragazzino e lo costrinse ad avere un rapporto sessuale. Rapporti che si sarebbero ripetuti anche le sere successive.

I risarcimenti

Non solo la condanna a 3 anni e 4 mesi e l’interdizione ai lavori a contatto con minorenni. Il giudice ha stabilito che la 37enne dovrà stare lontana da luoghi frequentati da minorenni. In più dovrà corrispondere un risarcimento alla parte civile, che dovrà essere stabilito in altro dibattimento.

Altra vicenda scabrosa

Appena qualche giorno fa ad emergere sempre nel Nisseno un’altra vicenda scabrosa. A finire sotto processo un carabiniere per pedofilia. L’accusa formulata dal pm è di violenza sessuale nei confronti di un minore. L’ha deciso il tribunale di Gela in composizione collegiale. Provvedimento preso dopo il rilievo della Procura che ha sottolineato che il minore abusato all’epoca dei fatti aveva meno di dieci anni. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Eleanna Parasiliti Molica, Giuseppe Messina e Giovanni Di Giovanni. L’imputato, assistito dagli avvocati Luigi Cinquerrui e Salvatore Macrì, proprio in forza della contestazione dell’aggravante da parte della Procura di Gela, verrà giudicato dalla corte d’assise.

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