Nell’inchiesta dei carabinieri e dei magistrati di Siracusa, che ha portato all’arresto di due consiglieri comunali di Portopalo ed un ex consulente del sindaco, sarebbero emerse le pesanti minacce agli imprenditori per “convincerli” ad esaudire i loro propositi.

Le denunce degli imprenditori

La tesi degli inquirenti è fondata sulle testimonianze da alcuni titolari delle aziende che si erano aggiudicati i lavori banditi dal Comune di Portopalo, salvo poi essere avvicinati dagli indagati, Corrado Lentinello e Rachele Rocca, rispettivamente ex assessore all’Ecologia ed ex vicesindaco ora consiglieri comunali sospesi per effetto della legge Severino, ed Antonino Rocca, padre della donna.

Lo scontro sullo stipendio del fratello dell’ex vicesindaco

Uno scontro molto duro lo avrebbero avuto con un imprenditore, la cui azienda aveva ottenuto gli interventi di manutenzione delle rete idrica e fognaria. Il titolare, che avrebbe assunto il fratello della consigliera comunale, si sarebbe rifiutato di aumentargli lo stipendio, che, secondo i carabinieri ed i magistrati, sarebbe stato di 500 euro mensili, lavorando un’ora al giorno.

“Lo devo sfasciare a colpi”

Questo avrebbe indispettito l’ex consulente del sindaco che, dalla indagini degli inquirenti, avrebbe chiesto informazioni sul datore di lavoro del figlio ad un altro imprenditore.

Quest’ultimo si sarebbe rivolto al collega per avvisarlo delle intenzioni poco pacifiche dell’indagato ed avrebbe confermato tutto ai carabinieri. “Mi diceva che stava venendo a…chiedendomi dove abitava o dove avesse l’ufficio per punirlo, per il rifiuto dell’aumento dello stipendio. Mi disse letteralmente: lo devo sfasciare a colpi”.

La telefonata a Lentinello

Secondo quanto emerge nell’inchiesta dei carabinieri e dei magistrati siracusani, lo stesso imprenditore, allarmato per i proposito di Rocca contro il suo collega avrebbe contattato Lentinello. “Chiamavo l’assessore Lentinello – ha raccontato l’imprenditore – per chiedergli di calmare Rocca affinché non degenerasse la situazione ma aveva messo la telefonata in viva voce”.

Ad ascoltare quella conversazione sarebbe stata anche Rachele Rocca, che “intervenne nella telefonata, offendendomi pesantemente, dicendomi che dovevo farmi gli affari miei“. Avrebbe aggiunto che l’imprenditore che non avrebbe voluto aumentare lo stipendio al fratello “avrebbe finito di lavorare a Portopalo“.

 

 

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