L’avviso 22 della Regione Siciliana continua a essere al centro di polemiche e ritardi. La denuncia della situazione critica per i tirocinanti del programma formativo che avrebbe dovuto trovare un lavoro a tanti giovani arriva da Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti. Molti di loro sono ora disoccupati e percepiscono anche reddito di cittadinanza, ma questo verrà abolito entro pochi mesi, mentre gli altri non hanno i requisiti per accedervi, anche se disoccupati. Ora tirocinanti chiedono di poter lavorare e di ricevere la retribuzione prevista dal progetto.

Un fallimento della regione

Come denuncia Lauria, l’avviso 22, proposta formativa sviluppata dalla Regione Siciliana, è stata dichiarata un fallimento dall’Unione Europea. Ci sarebbero almeno 300 tirocinanti che, dopo tre anni, aspettano di essere pagati per il lavoro svolto. I tirocinanti inoltre denunciano difficoltà burocratiche e procedure non concluse che causano ulteriore ritardo nei pagamenti. Chiedono ora l’intervento dell’assessore Nuccia Albano e del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

I tirocinanti chiedono soluzioni da parte del governo regionale

“Ci sono pratiche ferme all’assessorato al lavoro da tre anni a causa di lacune burocratiche e procedure non concluse – dice Lauria -. La Regione Siciliana è invitata a identificare i responsabili e a prendere provvedimenti seri per evitare che i tirocinanti ne subiscano le conseguenze”.

Ripetute denunce dei tirocinanti

I tirocinanti denunciano anche “carenze documentali e adempimenti burocratici mai eseguiti dal personale preposto, procedure non concluse, tagli all’indennità spettante e pratiche di rimborso bocciate dal CPI territoriale”. “La Regione Siciliana – dice ancora Lauria – non può penalizzare i tirocinanti, che non hanno alcuna colpa”. “In seguito a ripetute denunce, sono state richieste interrogazioni parlamentari e la situazione è stata segnalata alla commissione europea a Bruxelles. I tirocinanti dell’Avviso 22 sono stati trattati come “figli di nessuno” e hanno subito uno “sfruttamento legalizzato”. Oreste Lauria e i tirocinanti chiedono una soluzione immediata a questa situazione ingiusta.

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