E’ stato assolto dalla Cassazione Giuseppe Scrima legale rappresentante della società cooperativa Rinascita Picchettini che eseguiva lavori di bonifica dell’amianto nelle navi ai cantieri navali di Palermo. Si chiude solo per Scrima il processo in abbreviato per le presunte morti di amianto nell’impianto della Fincantieri di Palermo.

L’inchiesta dopo le denunce presentate da un sindacato e da associazioni ambientaliste è nata sui lavori realizzati sulla Castoro 2 una nave petroliera che doveva eseguire le operazioni di bonifica dell’amianto presente nell’imbarcazione.

Da quelle indagini venne fuori che furono diversi gli operai delle piccole imprese che lavorano in sub appalto che si sono ammalati e sono morti per avere respirato le fibre di amianto. Nel processo il rappresentante legale Scrima era imputato per omicidio colposo per la morte di Lorenzo Fecarotta, operaio in servizio dal 1974 al 1993 alle dipendenze della Rinascita Picchettini cooperativa che lavora nello stabilimento di Fincantieri.

Fecarotta dopo essersi ammalato di asbestosi polmonare è morto di il 19 gennaio del 2014. Secondo la procura Scrima avrebbe omesso di adottare anche le più elementari misure di prevenzione per evitare l’inalazione di polveri e libre di amianto durante la vita lavorativa – ad esempio non dotandolo di abito da lavoro, mascherina idonea, berretto o cuffia, non procedendo a aspirare la polvere di amianto prodotta durante il lavoro con idonei strumenti localizzati, non disponendo che i locali dove l’attività lavorativa veniva svolta venissero costantemente lavati e bagnali, non prevedendo che il lavoratore esposto, al termine del lavoro, si lavasse e cambiasse la tuta indossata, non prevedendo una durata del lavoro limitata nel tempo con periodi di interruzioni di alcuni mesi o anni per consentire ai polmoni di liberarsi delle polveri di amianto inalate.

L’avvocato Tommaso De Lisi che ha difeso Scrima attraverso perizie mediche ha dimostrato che non vi sarebbe stato nesso eziologico tra la malattia dell’asbestosi polmonare e l’evento per la morte di Fecarotta. “Fecarotta è morto a causa di un arresto cardiaco, non eziologicamente connesso – secondo la più evoluta letteratura scientifica –  all’asbestosi (neppure quale concausa), – afferma il legale – di cui pure soffriva, ciò basta, per escludere la sussistenza del nesso causale tra asbestosi e l’evento morte”. Scrima è stato assolto in primo grado, in appello e in Cassazione.

Il processo prosegue per i vertici dello stabilimento di Fincantieri che hanno optato per l’ordinario: Luciano Lemetti, direttore dal 1 luglio 1979 al 15 ottobre del 1982, Giuseppe Cortesi, direttore dal 15 ottobre del 1984 al 30 novembre del 1988 e Antonino Cipponeri direttore dal primo dicembre del 1988 al 31 maggio 1997.