Rap prova a rassicurare gli animi sulla tenuta dell’impianto di Bellolampo. Dopo gli ennesimi ritardi conseguiti sulla consegna della prima tranche della settima vasca (ora fissata ad aprile), cresce la preoccupazione in merito alla capacità di sopportazione della struttura alle porte di Palermo. Discarica sulla quale si è resa necessaria un rinnovo dell’ordinanza sindacale con la quale Roberto Lagalla aveva autorizzato i conferimenti in IV vasca. Ciò per liberare gli spiazzali del TMB, ad oggi comunque carichi di rifiuti, seppur in misura inferiore rispetto all’estate.

Caruso: “Non lasceremo rifiuti in strada”

Intervenuto durante l’avvio del progetto pilota per la raccolta differenziata nei mercati rionali, l’amministratore unico Girolamo Caruso si ritiene ottimista sulla gestione della raccolta dei rifiuti. Qualunque cosa succeda, anche ulteriori ritardi sulla consegna della prima tranche della settima vasca, noi non lasceremo la città con la munnizza per la strada. Come faremo? Me la sto gestendo di concerto con le istituzioni regionali e comunali”.

Una crisi che, come ricordato dal dirigente, parte da lontano. “Io mi occupo di Bellolampo fin da quando sono arrivato a Rap, ovvero da un anno e mezzo. Al secondo giorno di lavoro, sono andato a Bellolampo per capire. Lì mi sono reso conto in maniera triste di quello che c’era e che ricevevo in eredità”.

A dare speranza sulla tenuta del sistema di raccolta dei rifiuti sono le soluzioni tampone fortemente volute dall’azienda. “Le soluzioni che hanno consentito alla città di non avere munnizza per strada, le ho trovate io. Che ho voluto fortemente, nonostante la burocrazia. A corto di argomenti, ho dovuto chiedere due ordinanze. Per la prima mi hanno fatto penare, per la seconda no. Indipendentemente da quello che può uscire sulla stampa in merito alla mancanza di spazi, non sono un immobiliarista”.

La mancanza di depositi per i materiali di scavo

Il riferimento dell’amministratore unico di Rap è relativo alla lettera, redatta il 3 febbraio, con la quale il dipartimento regionale Acqua e Rifiuti ha chiesto proprio all’azienda di piazzetta Cairoli di individuare nuove aree per lo stoccaggio di pietre e residuati del cantiere. Ciò a causa dell’indisponibilità dell’area precedentemente individuata nei pressi della vecchia piattaforma di scarica. L’attività di deposito, secondo quanto scrivono i tecnici, “sembra interferire con la gestione dell’impianto di produzione di energia elettrica da biogas affidato in concessione ad Asja Ambiente, la quale – scrive il direttore dei lavori – lamenta una non meglio specificata compromissione del corretto funzionamento dei gruppi di generazione, a causa delle polveri prodotte in fase di abbancamento. Ciò oltre a potenziali situazioni di pericolo dovute al rotolamento di blocchi lapidei di pezzatura varia”.

Rispetto ai prodotti derivati dagli scavi, “residuano 112.000 metri cubi di terre e rocce da scavo da stoccare, in cumuli di altezza massima pari a cinque metri. Secondo le superiori previsioni di progetto, in realtà è possibile stoccare al massimo 80.000 metri cubi di materiali”. Quantitativo che ha subito un ulteriore incremento in seguito alle difficoltà d’installazione degli strati di impermeabilizzazione e drenaggio. Lavori che hanno comportato un ulteriore incremento di 25.000 metri cubi. Motivo per il quale il direttore dei lavori Salvatore Stagno ha chiesto a Rap di individuare “una o più aree, nell’ambito della piattaforma impiantistica, di superficie complessiva non inferiore a 13.000 metri quadri, all’interno della quale stoccare 60.000 metri cubi di materiali“.

La relazione dell’Arpa e lo stop ai rifiuti della Provincia

Problemi ulteriori quindi sui lavori della VII vasca che potrebbero portare ulteriori slittamenti sulla data di consegna della prima tranche della struttura. L’impianto di Bellolampo non se la passa di certo bene. Problemi individuati dal sopralluogo eseguito dai tecnici di Arpa a fine novembre. Un resoconto con il quale i tecnici hanno chiuso la porta alla possibilità di ingresso di ulteriori rifiuti provenienti dalla Provincia. Relazione nella quale i tecnici ambientali evidenziano una serie di criticità. Problemi che vanno risolti, anche alla luce della nota emanata dall’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, che ha vincolato i conferimenti nella futura settima vasca proprio alla risoluzione delle criticità presenti all’interno dell’impianto.

Una relazione frutto di un sopralluogo effettuato dai tecnici di Arpa nella giornata di venerdì 25 novembre 2022. Data nella quale i rappresentanti dell’ente avevano verificato le operazioni di scarico di rifiuti provenienti da Palermo, il trattamento meccanico del TMB e l’abbancamento della spazzatura in IV vasca. Un giro per l’impianto non iniziato nel migliore dei modi, così come si legge nel documento dei tecnici. “All’ingresso, lungo la strada di accesso alla SP1, è stata riscontrata la presenza di rifiuti in plastica depositati sul suolo o impigliati nella vegetazione. Segno di una cattiva gestione delle aree esterne”.

“Tutte le aree esterne e interne della piattaforma – proseguiva la relazione – sono ricoperte di fango, colaticci e rifiuti aerodispersi“. Aree esterne sulle quali erano presenti, al momento del sopralluogo, circa 75.000 tonnellate di rifiuti arretrati. Di questi, 37.000 tonnellate erano di rifiuto tal quale, 10.000 di sopravaglia e 29.500 di sottovaglio. All’atto dell’ispezione erano presenti sette trituratori di cui, si legge, nella relazione, “solo uno funzionante”.

“VII vasca non disponibile prima di aprile”

Una situazione critica quella dell’impianto palermitano, dove rimangono da smaltire circa 50.000 tonnellate di riifuti arretrati. Ammasso di spazzatura a cui si aggiungono le 800 tonnellate al giorno provenienti dalla raccolta giornaliera di Palermo. Una lunga scia di rifiuti a cui Rap dovrà far fronte. Questo anche alla luce dell’esaurimento degli spazi extra della III vasca bis. Nonchè alle cattive notizie che arrivano sui tempi di consegna della VII vasca. “E’ stato comunicato dal Dipartimento Acqua e Rifiuti che la VII vasca, stante l’attuale avanzamento dei lavori, non potrà essere consegnata prima di aprile 2023“.

Conferimenti prorogati in IV vasca

In attesa che la VII vasca sia disponibile quindi, rimane a disposizione solo il residuo extra della IV vasca, ovvero 176.000 metri cubi di spazio dove depositare i rifiuti. Luogo in cui si dovranno conferire le restanti tonnellate di rifiuti residui sullo spiazzale del TMB. Nonchè l’apporto quotidiano di spazzatura proveniente da Palermo e Ustica, che l’Amministrazione calcola per un totale cumulativo trimestrale di 72.000 tonnellate. A conti fatti, la IV vasca dovrebbe essere in grado di sostenere le 122.000 tonnellate che arriveranno nei prossimi tre mesi, in attesa che la Regione possa consegnare la prima tranche dei lavori sulla VII vasca di Bellolampo.

Non ci sono alternative

Di opzione, al momento, il Comune non ne ha molte. Anche perchè, “allo stato attuale, non vi sono ulteriori azioni autonome gestionali che Rap possa intraprendere“, scrive il dirigente Ferdinando Ania nell’ordinanza sindacale. Una nota nella quale il dirigente sottolinea che “la Regione non ha indicato siti alternativi dove smaltire i rifiuti per  potere eliminare i rifiuti prodotti nella città di Palermo“. E proprio dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente è arrivata l’ennesima mazzata sul futuro dei conferimenti della VII vasca, con l’assessore Pagana che ha vincolato gli abbancamenti alla risoluzione delle criticità dell’impianto di Bellolampo.

I problemi del TMB e della raccolta differenziata

Fra queste vi sono sicuramente le criticità legate allo stato del TMB. Impianto che, riconosce il Comune, “necessita di interventi di revamping per ripristinare la piena efficienza nel trattamento dei rifiuti in ingresso (circa 800 tonnellate al giorno) viste le condizioni attuali che denotano deficienze strutturale specie se rapportate alle tipologie di rifiuti in ingresso”. La soluzione, al momento, è emergenziale. Ciò in attesa che avvenga la consegna della prima tranche della VII vasca e che il Comune di Palermo sia in grado di elevare le proprie percentuali di raccolta differenziata, al momento ferma intorno al 20%. Numeri a cui l’Amministrazione punta a far fronte attraverso il porta a porta, il cui ultimo sviluppo geografico di rilievo risale però al 2018, quando la stessa fu estesa al quartiere di Borgovecchio.

Presentato esposto in Procura

Criticità, quelle legate ai lavori in corso, a cui si aggiungono anche gli esposti in Procura. A presentarlo è stato il capogruppo del M5S Antonino Randazzo. Una “denuncia” basata su una possibile violazione dell’articolo 32 della Costituzione, ovvero quello relativo al diritto alla salute. Documento che cita la relazione geologica dello studio Graziano, incaricato di eseguire i controlli sull’impianto e le relative aree limitrofe. Relazione nella quale i tecnici evidenziano quanto segue. Le analisi rilevano ancora una volta gli ormai consueti superamenti per il triclorometano nelle acque del pozzo Benfratello, le cui concentrazioni, da tempo praticamente costanti, sono riconducibili alla ben nota situazione di contaminazione delle acque di falda sotto la città di Palermo”.

La qualità dell’aria

Altro tema della relazione riguarda la qualità dell’aria. Elemento sul quale alcuni cittadini di Borgo Nuovo avevano protestato in passato. Ma se nel quartiere della V Circoscrizione non si registrano superamenti dei valori analizzati, discorso diverso riguarda le aree dell’impianto di Bellolampo. “La zona più prossima all’impianto TMB presenti valori di concentrazione maggiori rispetto a tutti gli altri punti. I dati di concentrazione di sostanze organiche volatili, ammonica, benzene e limonene riscontrate nei punti di misura posti in prossimità dell’impianto TMB evidenziano come l’accumulo di rifiuti sul piazzale esterno all’impianto generi un peggioramento della qualità dell’aria rispetto alle zone in cui non sono presenti rifiuti scoperti o non trattati“.

“I dati misurati – si legge nella relazione – confermano che la presenza delle maggiori concentrazioni di alcuni parametri (COV, ammoniaca, benzene, limonene) nell’immediato intorno dell’impianto TMB sia correlabile con i fenomeni di degradazione anaerobica dei rifiuti attualmente depositati sui piazzali, ma, come si è già fatto rilevare in note precedenti, un’attenta disamina evidenzia anche che queste elevate concentrazioni sono significativamente circoscritte a questo stesso settore.

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