“L’adeguamento delle indennità dei sindaci era necessario”. Lo sostiene l’Anci Sicilia, l’associazione degli amministratori locali siciliani dopo le aspre polemiche giunte in seguito all’annuncio dell’aumento delle indennità di carica per i sindaci siciliani.

Presidente Amenta, “Iniziato percorso ora riforme”

“Come ci aveva preannunciato nell’incontro che abbiamo avuto col presidente Schifani, il governo ha portato ieri sera in aula l’emendamento per l’adeguamento delle indennità degli amministratori locali siciliani a quelle del resto d’Italia, che per noi era normale che avvenisse. Era necessario non intaccare il Fondo per le autonomie, così la copertura finanziaria, al 50%, è arrivata con fondi del bilancio della Regione. Abbiamo iniziato un percorso, adesso approfondiremo una serie di riforme”. Questo dice il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, commenta il via libera ieri all’Ars della norma inserita del ddl stabilità.

Aumenti già applicati nel resto d’Italia

La Sicilia si adegua, dunque, al resto d’Italia sulle indennità di sindaci e amministratori degli Enti locali. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato ieri sera un emendamento del governo Schifani al ddl di stabilità regionale, che stanzia 6 milioni di euro per adeguare i compensi a quelli già percepiti dagli amministratori locali nel resto d’Italia in base alla normativa nazionale. Le risorse consentono di coprire, però, solo il 70% degli incrementi degli amministratori dei 391 Comuni siciliani, a partire dal primo marzo. Il governatore Renato Schifani aveva assicurato l’intervento del governo alla delegazione dell’Anci Sicilia ricevuta a Palazzo d’Orleans ma parlando di compartecipazione alla spesa da parte della finanza pubblica regionale non di copertura totale. Rassicurazioni erano arrivate, nel corso di un altro incontro, anche dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.

Le risorse per i sindaci

Le risorse a copertura dell’emendamento sono state recuperate dai fondi globali e si aggiungono a quelle previste nel Fondo per le autonomie locali, che ha ricevuto il via libera dall’aula subito dopo (art.1). Il Fondo stanzia 327 milioni di euro per il 2023. Le somme corrispondenti alle prime tre trimestralità saranno erogate in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2023. Dopo la votazione, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha sospeso la seduta durata 13 ore, aggiornandola ad oggi per proseguire con l’esame degli altri articoli del ddl stabilità.

Le perplessità

Perplessità, invece, era stata espressa fra le righe dal governatore Renato Schifani sulla scelta di aumentare gli stipendi dei parlamentari. Una decisione ritenuta inopportuna ma il Presidente della regione ha comunque tenuto un profilo istituzionale senza mai esternare chiaramente la sua presa di distanza che si intuisce, però, da un passaggio dell’intervento sugli aumenti, ritenuti invece, fattibili, per i sindaci.  “L’Ars, nella sua piena autonomia che va rispettata, – aveva detto ieri Schifai – ha deliberato l’aumento delle indennità dei parlamentari, per adeguarle al costo della vita, in ottemperanza a una legge”.

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