ROMA (ITALPRESS) – Manifestazione unitaria nazionale organizzata da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa, Dirstat Fialp, Usb e Anmi, con l’adesione di altre sigle, comprese quelle della ricerca, davanti la direzione generale dell’Inail a Roma per denunciare “la gravissima carenza degli organici e i continui malfunzionamenti delle procedure che si ripercuotono sulle prestazioni da erogare all’utenza, con conseguente stress lavoro-correlato sul personale”. Sotto lo slogan “L’Inail è alla frutta e i lavoratori sono spremuti come limoni”, si sono riunite diverse centinaia di lavoratrici e lavoratori provenienti da ogni regione d’Italia. Nel corso dell’evento è stato poi “occupato” l’Auditorium dello stabile, dove si è tenuta un’assemblea. Tutti i partecipanti, in attesa del ritorno della delegazione ricevuta dai vertici dell’Istituto, hanno rappresentato il disagio dei territori, confermando con forza il mandato già conferito alle organizzazioni sindacali. Il presidente Bettoni e il consigliere Damiano hanno ritenuto d’incontrare l’assemblea.
“Continueremo sulla strada intrapresa della mobilitazione unitaria fino a quando non avremo risposte concrete a problemi concreti”, hanno comunque sottolineato i sindacati.
Per Gabriele Norcia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale medici Inail (Anmi) “è una giornata veramente straordinaria. Da molti anni non si riunivano tutte le sigle sindacali unitariamente. Questo Istituto, che presidia un diritto dei cittadini tutelato dalla Costituzione, il diritto alla salute dei lavoratori, è in una gravissima crisi senza precedenti. Una crisi di personale, di procedure, di sistema. Di fronte a questo i lavoratori si sono mobilitati, hanno chiesto risposte, un piano d’azione. La dirigenza fino a questo momento ha stentato a fornirci le risposte che chiediamo. In questo momento è incardinato alla Camera un provvedimento, il Decreto lavoro, che contiene una serie di riforme. E’ necessario mettere mano alle norme che regolano questo Istituto, altrimenti rischiamo nel giro di pochi anni di non avere più chi si occupa dei diritti di chi lavora”.
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