Suona quasi come un anatema quello di Sergio Mattarella contro la mafia nella sua visita a Casal di Principe all’istituto “Guido Carli”. Accolto dai ragazzi della scuola e di due istituti comprensivi della città con le bandierine tricolori, all’interno è stato intonato l’inno nazionale. Il capo dello Stato si è recato nel Casertano dove ha incontrato alla cappella della famiglia Diana gli stretti congiunti del sacerdote ucciso dalla camorra, don Giuseppe Diana. “La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà – ha detto -. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”.

Il rifiuto della sopraffazione

“La Repubblica vi è vicina – ha aggiunto il capo dello Stato -. Tutte le amministrazioni pubbliche devono far sentire con efficacia la loro presenza accanto ai cittadini. Insieme a tutte le espressioni della società civile. La politica sia autorevole nel dare risposte alle emergenze e ai problemi socio-economici dei territori. L’amministrazione sia efficiente, rapida nelle soluzioni e trasparente”. Poi facendo riferimento ai discorsi fatti da alcuni ragazzi nel corso della cerimonia ha aggiunto: “Care ragazze e cari ragazzi, dovete essere fieri di essere nati in questa terra, che ha saputo compiere questa vera, grande, rinascita. Dovete avvertire l’orgoglio di essere concittadini di don Diana. Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo. Sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità”.

Lotta alla mafia prioritaria

“La Repubblica Italiana – ha aggiunto Mattarella – considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Con leggi e strumenti avanzati, disarticolate organizzazioni potenti e minacciose. Capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dalla oppressione mafiosa. Un grazie all’impegno di inquirenti e forze dell’ordine, ai quali dobbiamo sempre esprimere la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza”.

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