L’emergenza siccità, argomento di grande attualità a livello nazionale, va affrontata con il sistema delle 3 R: Risparmio, riduzione e riuso”. Lo dice in una nota il senatore Giuseppe Compagnone, consulente dell’assessorato regionale Acqua, rifiuti ed energia retto dall’onorevole Roberto Di Mauro.

Le azioni che spettano ai cittadini e quelle che spettano alle istituzioni

“Le tre R – spiega Compagnone – sono le iniziali di risparmio dell’acqua, che spetta ai cittadini mediante buone pratiche; riduzione delle perdite e riuso dei reflui che, invece, spettano alle istituzioni”.

Il 40% della risorsa idrica viene perduta, fondamentale manutenzione di reti, invasi e dighe

Le perdite nelle reti – prosegue il senatore Compagnone – sono stimate intorno al 40% circa della risorsa idrica. In questo senso, dunque, è fondamentale un’adeguata gestione e manutenzione delle reti, degli invasi e delle dighe rispetto alla dissalazione, che, invece, oltre ad avere un costo elevato, produce inquinamento”.

Le Ati e i progetti di costruzione di impianti di “affinamento”

“Le azioni della Regione Siciliana sono indirizzate alla riduzione delle perdite, attraverso una corretta gestione delle ATI e grazie alla manutenzione straordinaria delle reti e delle dighe, che in Sicilia sono addirittura 32. Un lavoro intelligente e, soprattutto, utile può essere svolto attraverso il riuso delle acque reflue, che garantiscono una portata costante e conosciuta dagli stessi comuni e che grazie alla norma approvata nella precedente amministrazione regionale, proprio su mia proposta, permetterà alle ATI (unione dei Comuni) di presentare progetti per la costruzione di impianti di “affinamento” finanziati dalla Comunità europea. Quest’ultimi potranno garantire una costante offerta di acqua per l’agricoltura, l’industria e per i vari usi civici e permetteranno di risparmiare ingenti quantità d’acqua potabile che serve ai cittadini”.

Il piano del ministro Musumeci

Contro l’emergenza siccità serve “un sano e realistico piano di razionamento”, e il 23 febbraio in Cdm ha chiesto a Giorgia Meloni di creare una “task force”: lo ha dichiarato in un’intervista alla Stampa il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci.

Programmare interventi a breve, media e lunga scadenza

“Significa mettere attorno a un tavolo i dicasteri interessati – ha spiegato – e riuscire finalmente a programmare una serie di interventi a breve, media e lunga scadenza per neutralizzare o almeno ridurre gli effetti devastanti della siccità, un fenomeno che ormai sembra essere un fatto ordinario. Ovviamente, nessuno si illude di poter risolvere il problema nel prossimo semestre”.
Nell’immediato, invece, “l’unica soluzione è un sano e realistico piano di razionamento, dove c’è crisi. Si potrebbe vigilare l’uso dell’acqua potabile per usi non domestici nelle zone critiche. L’eventuale razionamento è comunque una scelta dei sindaci e dei presidenti di regione. Naturalmente è un rimedio estremo, di cui si potrà fare a meno se e quando pioverà”.
A medio-lungo termine, invece, “nelle Regioni si può per esempio cominciare a pubblicare un bando per la realizzazione di ‘laghetti aziendali per accumulare l’acqua piovana. Poi serve la manutenzione nelle dighe e nelle reti idriche urbane”. La destra, gli viene fatto notare, storicamente è stata quasi negazionista su questo tema: “È facile candidarsi a fare l’ambientalista in Italia. Dipende da come lo si vuol fare. C’è chi sceglie la strada ideologica, dell’integralismo, chi vorrebbe tornare alle palafitte. E c’è chi ritiene che il territorio non debba essere mummificato ma tutelato e presidiato dall’uomo. La destra è sempre stata sensibile ai temi dell’ambiente”.

Valorizzare le isole minori

Nella seconda parte del 2023 “è mia intenzione presentare uno strumento legislativo sulla valorizzazione delle isole minori – ha detto Musumeci – realtà che spesso hanno difficoltà a fruire dei servizi più essenziali: non solo dei collegamenti con la terraferma, ma anche delle forniture di energia elettrica e di acqua potabile e della necessità della presenza di presidi medici adeguati”.

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