Il Pd apre al Polo civico nella corsa a sindaco di Siracusa e rimette in discussione la candidatura di Antonio Ferrarini, preside dell’istituto tecnico industriale Enrico Fermi, sostenuto dal M5S.

Una decisione che se per il Partito democratico serve ad allargare la coalizione di Centrosinistra per il Movimento 5 Stelle è una sorta di doccia gelata dopo le complessissime trattative per individuare un candidato a sindaco.

Il Polo civico

Nel Polo civico, c’è la lista dell’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, uno degli esponenti siciliani più importanti di Italia Viva, amico personale di Matteo Renzi, che, con il M5S, è in rotta di collisione da anni ma in questo raggruppamento ci sono l’ex consigliere comunale Salvo Castagnino, l’ex assessore Gianluca Scrofani, e l’ex presidente del Consiglio comunale, Moena Scala.

A questi andrebbero aggiunti altri movimenti civici, tra cui Grande Siracusa di Mario Bonomo, coordinatore del Mpa ma in contrasto con il parlamentare regionale, Peppe Carta. Da verificare la posizione di Enzo Vinciullo e Giovanni Cafeo, entrambi della Lega, che, oltre un mese fa, si sfilarono dalle trattative del Centrodestra provinciale insieme a Bonomo ed Edy Bandiera.

Il piano per il ballottaggio e mettere fuori gioco Italia

Gli ideatori dell’alleanza tra il Centrosinistra ed il Polo civico è di rendere più forte la coalizione ma in questa strategia è fondamentale disporre di candidato a sindaco più noto. Non sono in discussione il profilo o le doti professionali di Antonio Ferrarini ma la sua popolarità: secondo un autorevole esponente del Centrosinistra il preside non è molto conosciuto e questo potrebbe essere un handicap.

Con un candidato popolare, gli strateghi di questo piano ritengono di arrivare al ballottaggio, mettendo fuori gioco il sindaco in carica, Francesco Italia, e giocarsela al secondo turno con il candidato del Centrodestra. E la tradizione vuole che il Centrosinistra, al ballottaggio, ha maggiori possibilità di vincere.