Il centro sociale del quartiere dello Sperone di Palermo va verso il suo recupero. Da anni abbandonato nel degrado e inutilizzato, consegnati proprio oggi dal Comune i lavori di recupero degli immobili. L’obiettivo è quello di “rifunzionalizzare” il centro sociale in via Giuseppe Di Vittorio. Interventi finanziati all’interno del Pon metro per un importo complessivo di un milione e 644 mila euro.

Quanto durerà il cantiere

Le opere avranno una durata di un anno. Ad aggiudicarsi l’appalto il raggruppamento temporaneo di imprese Castrogiovanni srl e Di.Bi.Ga srl. Ad essere presentato un ribasso del 33,69% sull’importo contrattuale di 826.122,51 euro. L’intervento consentirà il recupero strutturale edilizio e l’efficientamento energetico del centro sociale.

Sospese importanti attività sociali

“Con la consegna dei lavori di oggi – affermano il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore alle Opere pubbliche Salvatore Orlando – parte un percorso che punta a restituire al quartiere Sperone e al territorio una struttura abbandonata al degrado. Un abbandono che ha portato anche alla sospensione di importanti attività di valenza sociale. In questo modo, l’amministrazione comunale vuole condurre un’operazione che ha una doppia funzione. Da un lato, la riqualificazione della struttura e dell’area di via Di Vittorio. Dall’altro fare ripartire le attività del centro sociale”. Lagalla e Orlando erano presenti alla consegna dei lavori allo Sperone. Con loro anche il consigliere comunale Pasquale Terrani, il presidente della Seconda Circoscrizione Giuseppe Federico e i consiglieri della stessa circoscrizione.

L’attuale situazione

Il centro sociale, che si trova nel quartiere Sperone, è inutilizzato dal 2004. Si trova nel cuore di uno dei quartieri più popolosi di Palermo, uno di quei posti dove mancano tutti i servizi essenziali. Dove quindi uno spazio del genere dovrebbe essere spazio di cura, prevenzione e aggregazione positiva. Zona talmente abbandonata che nel tempo è diventata ricettacolo di rifiuti di ogni genere, che periodicamente vengono dati alle fiamme. Senza parlare della costante presenza di tossicodipendenti.

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