Si è chiuso con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste il processo a carico di Lucia Saffioti, 53 anni, originaria di Portopalo, nel Siracusano. A portarla in Tribunale è stata un’altra donna, Maria Burgaretta, a seguito della denuncia di quest’ultima che l’aveva accusata di averla aggredita nel gennaio del 2018 dopo essersi incontrate in prossimità di una tabaccheria, situata a Portopalo.

La lite tra due donne

Ad accendere gli animi sarebbe stata una vicenda giudiziaria in cui era rimasta coinvolta l’imputata, indagata per stalking ai danni di un uomo, poi diventato compagno della presunta vittima. In ogni caso, dal racconto emerso in quel periodo, la 53enne avrebbe preso a botte l’altra donna e così ne è scaturito un procedimento, culminato con la richiesta di rinvio a giudizio per Lucia Saffioti, sottoposta poi a processo davanti al giudice monocratico di Siracusa.

Le testimonianze

L’imputata, assistita dagli avvocati Antonino Campisi ed Antonio Cappello, ha sempre manifestato la sua innocenza e nel corso del dibattimento sono emerse alcune testimonianze che, stando alla tesi della difesa, avrebbero ribaltato i fatti, rispetto a come erano stati riportati.

A quanto pare, quelle lesioni riportate dalla presunta vittima sarebbero state provocate dalla caduta a seguito della lite che, però, secondo le informazioni fornite dalla difesa, non sarebbe stata causata dalla 53enne. Insomma, da questa nuova ricostruzione, sarebbe stata l’imputata a subire l’aggressione.

La tesi della difesa

Secondo quanto sostenuto dalla difesa della 53enne, “i fatti ascritti alla propria assistita non potevano assolutamente considerarsi veritieri e/o addebitabili alla stessa” per questo motivo, “è stata emessa una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti della nostra assistita – spiegano gli avvocati Antonino Campisi ed Antonio Cappello , difensori della 53enne –  che è stata pertanto dichiarata assolutamente innocente per i gravi reati che le venivano contestati, restituendo giustizia alla medesima che purtroppo è finita ingiustamente sotto processo”