Il gip di Agrigento ha archiviato, perché il fatto non sussiste, due indagini per abuso d’ufficio nei confronti dell’ex presidente dell’Irsap Sicilia Alfonso Cicero, difeso dall’avvocato Annalisa Petitt.

Le denunce

Una delle due inchieste aveva preso il via da due denunce presentante nel 2016 e nel 2017 da Antonino Casesa, al tempo dei fatti dirigente dell’Irsap di Agrigento. Casesa, aveva accusato l’ex presidente Irsap di presunte violazioni nell’affidamento degli incarichi legali dell’ente e di aver trattenuto, indebitamente, documentazione e strumentazione informatica appartenente al Consorzio Asi di Agrigento.

L’altra indagine

L’altra indagine era nata da una terza denuncia presentata nel 2017 sempre da Casesa, il quale, stavolta, aveva accusato l’ex presidente dell’Irsap di presunte violazioni del pubblico incanto per la locazione di due capannoni dell’Asi di Agrigento e di sovrapposizione di incarichi legali con l’aumento dei compensi professionali.

L’altra archivizione

Nel 2021 era arrivata un’altra archiviazione per l’ex commissario dell’Irsap. Si tratta dell’indagine in cui era accusato di aver sottratto documenti dal suo ufficio al tempo in cui era commissario. I pm Claudia Pasciuti e Davide Spina avevano richiesto l’archiviazione dell’indagine nei confronti di Cicero, teste chiave nel processo al cosiddetto “Sistema Montante”, richiesta condivisa nelle motivazioni dal gip di Caltanissetta, Gigi Omar Modica.

Le accuse mosse a Cicero

In particolare ad accusare Cicero era stata l’ex commissario ad acta dell’Irsap, Mariagrazia Brandara, che accusava Cicero aver occultato atti dell’Irsap. Nell’esposto presentato nel 2016 venivano richiamate anche alcune relazioni accusatorie contro Cicero a firma di Giusy Badalamenti componente dell’ufficio di gabinetto dell’allora assessore regionale Maria Lo Bello e di Carmelo Viavattene al tempo dei fatti vice direttore dell’Irsap.

Il fatto non sussiste

Secondo la Procura, non solo Cicero non avrebbe occultato nessun atto ma “il fatto non sussiste e comunque non costituisce reato” specificando, inoltre che Cicero, difeso dall’avvocato Annalisa Petirto, “non ha distrutto la documentazione” riservata dell’Irsap perché è evidente che Cicero ha “agito con volontà diametralmente opposta rispetto a quella di rendere irreperibili gli atti di cui trattasi volendosi semmai assicurare che gli stessi venissero conservati con le modalità più idonee”.