Acque agitate nella maggioranza regionale di governo quando mancano pochi giorni ai ballottaggi che coinvolgeranno 4 comuni siciliani fra cui un capoluogo, Siracusa. Il fuoco cova sotto la cenere e non si manifesta in attesa proprio dei risultati di quest’ultima chiamata alle urne, ma c’è tanto da chiarire fra gli alleati.

Rimpasto adesso o a settembre?

Il primo tema è proprio il quando. Che ci sarà un rimpasto nel governo Schifani appare come una cosa ormai scontata alla .luce del risultato elettorale di Trapani e non soltanto. Questo perché quale che sia la valutazione politica che si vorrà dare agli eventi, certamente il candidato sindaco ha perso la sua partita per l’assenza dei voti della Lega confluita, sotto forma di lista civica, sul candidato sindaco uscente, Giacomo Tranchida.

Ma bisognerà aspettare i ballottaggi anche perché ci sono tensioni dentro casa Forza Italia in due comuni che tornano al voto. Una guerra interna agli azzurri è il ballottaggio di Piazza Armerina mentre ad Acireale il commissario di Forza Italia che è anche assessore all’economia della Regione Marco Falcone ha annunciato l’apparentamento della lista di ispirazione forzista “Azzurri per Acireale” con il candidato Barbagallo.

I nomi in uscita

Il presidente della Regione dovrà decidere se avviare il confronto già la prossima settimana o aspettare dopo l’estate come aveva ipotizzato alla vigilia delle elezioni. Ma se di rimpasto si dovesse parlare oggi circolano già nomi di assessori in uscita. Inevitabilmente a lasciare la poltrona dovrebbe essere Mimmo Turano, l’assessore leghista trapanese del quale Fratelli d’Italia chiede la testa dopo il ‘tradimento’ proprio a Trapani. L’occasione sarebbe ghiotta per chiedere in cambio la sostituzione di un assessore di FdI, Francesco Paolo Scarpinato, protagonista delle tensioni di qualche mese col Presidente Schifani per la vicenda della mostra milionaria a Cannes.

Il terzo nome in uscita potrebbe essere quello del tecnico Giovanna Volo. A sostituirla potrebbe arrivare un altro tecnico, magari di recente approdato alla corte regionale con un ruolo burocratico di primo piano, oppure Forza Italia potrebbe mettere in campo un nome politico.

Rischia qualcosa anche l’assessore Marco Falcone al quale il presidente della Regione ha rimproverato più di qualche imprudenza che ha portato all’impugnativa della Finanziaria che non è proprio andata già al governatore

Dibattiti autoreferenziali senza un vero confronto con il partito, con un avvertimento: “Il rilancio di Forza Italia? Ben venga, purché non sia fatto seguendo la logica della porta accanto”.

Il dibattito su Forza Italia

Ma per il momento il governatore non  parla di rimpasto.  Renato Schifani preferisce parlare del futuro del suo partito alle prese con una sorta di riorganizzazione complessiva. Da sempre vicino a Berlusconi Schifani lancia un allarme in queste ore  “Dico solo che sarebbe un peccato dover assistere di nuovo a dibattiti fini a se stessi e autoreferenziali, magari appresi dalla stampa. Senza un confronto vero all’interno del partito – dice Schifani -. Bisogna ascoltare la voce di tutti, anche dei dirigenti che lavorano sul territorio, che sono radicati in esso. Costituiscono il nerbo di ogni partito. In Forza Italia, nello specifico, amministrano e dettano strategie per creare consenso e rafforzare le linee liberali del partito”.

La forza del Sud

Schifani poi parla anche della questione meridionale: “Sono convinto che Berlusconi terrà conto del gradimento elettorale espresso nelle diverse aree del Paese. Purtroppo in passato questo non è accaduto. Non abbiamo bisogno di una Forza Italia con una classe dirigente del Nord e con i voti che vengono dal Sud. E’ uno strabismo che va corretto. Lo dissi già nel 2021 al presidente”, dice Schifani. “Andai in Sardegna e consegnai a Berlusconi una mappa dalla quale si evinceva che l’85 per cento dei ruoli di partito, parlamentari e istituzionali era ricoperto da esponenti del Centronord. Ora la percentuale è addirittura aumentata. Eppure ricordo che in Sicilia Fi è al 14,7 per cento, in Lombardia al 7 e nel Lazio all’8”.

I malesseri

“Non si può nascondere che in alcune parti d’Italia covi malessere – continua il governatore -. E io mi sentirei in colpa se non dicessi quello che penso, se non mettessi in guardia davanti al pericolo un metodo di rilancio che parte dalla porta accanto, che premia non l’esperienza collaudata ma i rapporti personali. Saranno premiati i talenti? Affermazione lodevole, basta che ci si metta d’accordo su cosa significa: se ci limitiamo, mettiamola così, al talento intellettuale, si rischia di cadere in scelte che valorizzeranno chi ha più simpatie nel gotha del partito”.

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