E’ accusato di violenza sessuale ai danni di una donna, una 33enne commerciante di Comiso, un algerino che è stato tratto in arresto dalla polizia. Secondo una prima ricostruzione, la vittima si trovava all’uscita della sua attività commerciale in compagnia di una amica e della figlioletta di quest’ultima e stava per dirigersi in macchina dove ad attenderla c’era il marito, quando il migrante le si è avvicinato.

La violenza sessuale

L’uomo si è abbassato i pantaloni per tentare l’abuso e per farlo avrebbe messo la donna con la spalle contro la vetrata.  La commerciante è riuscita, con le urla, a chiedere aiuto al  marito mentre la sua amica e la figlioletta si sono rifugiate dentro il negozio, terrorizzate dalla paura.

L’intervento del marito della donna

Il consorte della 33enne ha aiutato la moglie, mettendo in fuga l’algerino, che, però, nei minuti successivi, è ritornato accompagnato da un gruppo di persone, tutte straniere, con l’obiettivo di punire il marito della donna.

La spedizione punitiva contro il marito

E’ stato picchiato, i passanti hanno chiesto l’intervento della polizia che, dopo aver avuto delle indicazioni precise sul conto dell’aggressore sono riusciti ad identificarlo, insieme ad un complice. L’algerino è stato dichiarato in stato di arresto e condotto in carcere, l’altro, invece, un 20enne della Tunisia, è stato denunciato in stato di libertà.

Stalker arrestato nel Siracusano

Gli agenti del commissariato di  Lentini hanno arrestato un lentinese di 50 anni, con precedenti penali, per aver incendiato l’interno di un garage ricavato in un condominio.

 I cartoni davanti al garage

A dare l’allarme è stata la proprietaria, la ex compagna dello stalker, e poco dopo i poliziotti si sono recati sul luogo del rogo, scoprendo che era di matrice dolosa. Si sono accorti della presenza del 50enne, che, dopo aver accatastato dei cartoni in prossimità del garage, aveva appiccato le fiamme, spingendole verso l’auto della donna.

Gli agenti sono riusciti a spegnere l’incendio, evitando che si propagasse all’interno del garage ove erano collocate anche delle batterie per un impianto fotovoltaico che avrebbero potuto ulteriormente alimentare il rogo.