Nei giorni scorsi è montata la protesta a Santa Cristina Gela, piccolissimo Comune della provincia palermitana, perché i cittadini non vogliono il forno crematorio all’interno del cimitero.

Le procedure di gara sono state completate nei giorni scorsi. A preoccupare non solo i rischi per la salute e per l’ambiente.

Critiche vengono mosse anche sull’utilità dell’impianto che costerà al consorzio poco meno di due milioni di euro. Da decenni a Santa Cristina si registrano in media dieci decessi all’anno e nessuna richiesta di cremazione. Secondo i progettisti, nel forno crematorio, una volta ultimato, potranno essere incenerite ogni anno tremila salme provenienti da altri Comuni della Sicilia.

La risposta del sindaco Cangialosi

Il sindaco Giuseppe Cangialosi risponde alle critiche con una nota. “Alla luce delle criticità strutturali che rendono il nostro cimitero bisognoso di manutenzione straordinaria, l’amministrazione comunale ha deciso di valutare il progetto presentato in vari comuni, tra cui il nostro, che prevede la realizzazione di un tempio crematorio”.

“Alternativa sarebbe contrarre debito e tassare i cittadini”

La nota prosegue: “Premesso che l’alternativa sarebbe contrarre un debito e tassare i cittadini, l’amministrazione ha valutato scrupolosamente il progetto assicurandosi, attraverso pareri autorevoli, che non ci fossero rischi per la salvaguardia dell’ambiente e dalla salute pubblica.  Partendo da questo presupposto imprescindibile l’amministrazione ha posto delle condizioni a vantaggio della comunità approvate regolarmente in sede di Consiglio Comunale aperto al pubblico. Il progetto di fattibilità è stato illustrato a tutti i consiglieri prima che fossero avviate le procedure amministrative”.

Ed inoltre “Ciò per sottolineare l’assenza di autocrazia, il rispetto per le Istituzioni democratiche e l’assoluta osservanza delle prescrizioni di legge. La documentazione inerente al progetto è stata messa subito a disposizione per chi avesse voluto visionarla e sapere di più”.

“Pervenuta solo una petizione di 250 firme”

Ed ancora: “E’ passato quasi un anno e mezzo e nessuno ha presentato un documento tecnico scientifico che attestasse la pericolosità dell’opera o la sua illegale realizzazione. È pervenuta solo una petizione di 250 firme a cui il Sindaco ha dato risposta. Oggi le procedure di gara sono state espletate e qualcuno ha pensato bene di strumentalizzare preoccupazioni infondate diffondendo informazioni false con l’obiettivo di screditare l’Amministrazione. Nessuno è riuscito a dimostrare la presenza di fumi neri, polveri depositate sui terreni e malattie generate dal funzionamento corretto del forno”.

“Ridicolo parlare di turismo funerario”

Il primo cittadino sottolinea inoltre: “È ridicolo parlare di turismo funerario quando è stato garantito che le salme non transiteranno nel centro storico bensì nelle strade extraurbane.  Quest’ultimo, in qualità di autorità sanitaria locale vigilerà sempre sul buon funzionamento dell’opera che seguirà le normative vigenti e subirà i controlli dagli enti preposti a garanzia e tutela della salute pubblica.  Più volte è stato ribadito che nel momento in cui qualcuno dimostrasse la pericolosità dell’opera potrà esserne sospesa la realizzazione o il funzionamento”.

“Cremazione è pratica utilizzata”

Cangialosi osserva: “Comprendiamo la preoccupazione dei cittadini derivante dalla particolarità dell’opera ma basta allargare lo sguardo per capire che nel resto dell’Italia e dell’Europa la cremazione è una pratica ampiamente utilizzata e rappresenta una scelta ecologica e sostenibile, rispetto alla sepoltura tradizionale che richiede un continuo uso di terreni, e che espone l’ambiente a un rischio igienico sanitario quando non ci sono loculi disponibili per garantire una degna sepoltura ai propri cari”.

Inoltre: “Il dialogo con la cittadinanza sarà sempre garantito e ci saranno esperti esterni all’amministrazione e al progetto che incontreranno la popolazione per dare delucidazioni. L’impianto del crematorio è di ultima generazione e risponde ai limiti imposti dalle leggi nazionali ed europee, tra le più restrittive al mondo.  Chiunque può documentarsi sulla normativa e sugli studi scientifici, condotti da alcune università la cui rigorosità e attendibilità è fuori discussione”.

“Battaglia contro forno crematorio più di natura politica”

Il documento continua: “Questa battaglia sul forno crematorio ci appare invece più di natura politica che di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, anche se le critiche sono sempre un bene in democrazia, quando sono fondate e supportate da dati certi. Sottolineiamo infine che né il sindaco, né l’Amministrazione, tantomeno il Consiglio Comunale, avrebbero mai approvato o avallato un progetto con emissioni pericolose per i cittadini. Quindi niente allarmismi strumentali e terrorismo mediatico ma carte alla mano che dimostrino la pericolosità dell’opera e non un semplice punto di vista. che non basta a risolvere il problema del cimitero comunale”.