Laurea ad honorem per Laura Salafia, la studentessa ferita da un proiettile vagante 13 anni fa. La decisione deliberata dall’università di Catania che per l’esattezza conferirà la laurea magistrale honoris causa. La donna, residente a Sortino nel Siracusano, incontrò il suo crudele destino l’1 luglio del 2010. Durante una sparatoria a Catania fu raggiunta in piazza Dante da un proiettile vagante. Da allora è costretta su una sedia a rotelle. A rendere nota la decisione del conferimento è lo stesso l’ateneo Catanese.

La cerimonia

L’appuntamento è per domani, venerdì 9 giugno alle 11, nell’aula magna “Santo Mazzarino” del monastero dei Benedettini. La cerimonia sarà aperta dal rettore Francesco Priolo, che introdurrà la laudatio della direttrice del Disum Marina Paino. Seguirà la lettura di brani tratti dal volume “Una forza di vita”, scritto dalla stessa Laura Salafia e curata da Doriana Giudice, Lucia Portale e Rita Re. La donna nel 2021 insignita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il titolo di “Cavaliere al merito della Repubblica” per il suo impegno sociale e civile. La cerimonia sarà accompagnata da alcuni momenti musicali a cura del coro dell’università.

Il libro

Una forza di vita” è il volume stampato da Domenico Sanfilippo editore e contiene una prefazione del giornalista Giuseppe Di Fazio. C’è anche una postfazione di Maria Cecilia La Mela, monaca benedettina di clausura. Si tratta di un vero e proprio diario pubblico di Laura Salafia. Laura, dal dicembre 2011, ha avviato una collaborazione con il quotidiano La Sicilia, tenendo una rubrica in cui, per tutti questi anni, ha raccontato di sé e giudicato gli avvenimenti nazionali e internazionali che più la colpivano. Dalle pagine del libro traspare una testimonianza di speranza e di coraggio che contagia chi legge e offre un motivo per non cadere nel pessimismo sulle sorti della nostra società.

Nonostante tutto “esperienze straordinarie”

La storia che Laura racconta è connotata da tanti incontri, in cui si documenta la straordinaria esperienza dell’autrice. Tre, in particolare, colpiscono. Anzitutto una suora benedettina di clausura, con cui Laura ha intessuto una bella amicizia. Quindi un ergastolano che, commosso dalla vicenda della giovane studentessa colpita da un proiettile e ridotta tetraplegica da una sparatoria fra balordi, ha tenuto una corrispondenza epistolare con lei. In forza di questo dialogo a distanza, ha ripreso a studiare e ha conseguito il diploma di maturità. Infine, Laura ha incontrato e, poi, “adottato” un gruppo di bambini di un quartiere popolare degradato di Catania, per i quali ha organizzato in varie circostanze gite e momenti di convivenza.

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