La baby gang si faceva forte sui numeri per organizzare l’aggressione. Almeno una quindicina anche se non tutti picchiavano. Alcuni ci davano dentro con calci, testate e pugni. Altri invece stavano semplicemente a guardare. E’ questa la drammatica scena raccontata dalle vittime dell’ultima aggressione in via Candelai a Palermo nel dicembre scorso. Quella che ha portato la polizia alla svolta delle indagini con l’arresto di cinque ragazzi, accusati di lesioni aggravate in concorso. Emergono nuovi particolari agghiaccianti di questo ennesimo episodio di violenta insensata. Una violenza figlia di una determinata cultura, forse anche della noia che divora le generazioni di oggi.

Le botte e la violenza: “Non capivamo più nulla”

“Siamo stati accerchiati – racconta una delle vittime al quotidiano ‘La Repubblica’ -. A un certo punto non abbiamo capito più niente, eravamo confusi e frastornati. Abbiamo visto il sangue che scorreva dal nostro viso e tremavamo”. Il branco, come emerso dalle indagini, effettivamente era composto da 15 persone quel 4 dicembre. Tanti furono coloro i quali, in modo seppur diverso, parteciparono a quel pestaggio in via Maqueda angolo via Candelai. Secondo le indagini 13 sono minorenni, ritenuti inclini alla violenza come unica modalità espressiva.

La ricostruzione investigativa

Il provvedimento eseguito dai poliziotti della squadra mobile, scaturisce da un’attività d’indagine avviata dalla sezione “contrasto al crimine diffuso–falchi” a seguito di una violenta aggressione, avvenuta per futili motivi lo scorso 4 dicembre, in via Candelai, nel corso della movida cittadina. Un’aggressione con quattro maggiorenni violenta con l’utilizzo di un “tirapugni”.

Le conseguenze del pestaggio

Le vittime portate in ospedale hanno avuto una prognosi di 40 giorni. Hanno riportato anche fratture alla mandibola e trauma cranico che ha reso necessario un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi. Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza sono stati identificati i componenti della baby gang. Gli autori del violento pestaggio sono stati identificati anche grazie alle foto fatte dagli aggrediti, dall’analisi dei cellulari, dai tabulati telefonici e dai profili social dei componenti della banda. Sono state, inoltre, eseguite perquisizioni e sequestri di apparati radiomobili a carico di altri 8 minorenni, indagati per il medesimo reato, ma non destinatari di un provvedimento restrittivo.

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