“Facciamo sempre firmare agli sposi, quando diamo in concessione la chiesa, un documento dove indichiamo di rispettare il decoro e il buon gusto del luogo. Evidentemente quegli addobbi che ho visto nelle foto andavano oltre, noi stessi li abbiamo definiti un pò trash, lontani dal buon gusto che vogliamo e al quale teniamo”.

A parlare è il rettore della chiesa del Gesù, padre Walter Bottaccio, che parla delle immagini che hanno fatto il giro del web su un matrimonio celebrato ieri a Casa Professa, uno dei luoghi più sacri di Palermo, con degli addobbi che tra lampadari di cristalli, sidecar d’ordinanza, ombrelloni, palme, fiori, tavoli pronti per un banchetto nuziale, hanno suscitato per il web non solo ilarità, ma anche qualche critica e domanda.

Le parole di Padre Bottaccio

Tutto questo era autorizzato? “Assolutamente no – dice Bottaccio -. la tipologia dì addobbo floreale e di allestimento del sagrato le cui foto sono pubblicate sui social network non erano autorizzate. Questo allestimento ha indubbiamente deturpato il decoro della chiesa e disatteso quella sobrietà alla quale abbiamo sempre tenuto, anche se è avvenuto fuori dalla chiesa, quindi ancor di più fuori dal nostro controllo. Quanto accaduto, comunque, ci induce a intraprendere iniziative legali per ottenere riparazione del danno all’immagine”.

Il precedente dei Quattro Canti

Un banchetto nuziale abusivo a pochi passi dal Comune. Incredibile ma vero, è successo anche questo a Palermo. Il fatto qualche settimana fa, di sabato pomeriggio e nella zona più centrale della città. Tavolini allestiti con tanto di scritta “Viva gli sposi” sotto a uno dei Quattro Canti, in una delle piazza più belle e caratteristiche di Palermo e a pochi passi peraltro anche da palazzo delle Aquile.

Qualcuno ha pensato di poter utilizzare la splendida location anche per il proprio matrimonio. Un allestimento che non è sfuggito alla polizia municipale: i vigili sono intervenuti per far smontare tutto e per elevare anche delle sanzioni.

L’incredibile scena in mezzo ai turisti

Una scena, quella ritratta, che si fa fatica a credere reale. C’è un carrettino e poi una tavolata imbandita con tovaglie bianche e azzurre, candelabri e si intravede anche una piccola torta. Al di là dei gusti, è un allestimento che potrebbe stare bene in un ristorante o comunque in un’area privata. Pensare di poter fare, senza chiedere alcun permesso, una parte del ricevimento del proprio matrimonio sotto una delle fontane dei Quattro Canti, in mezzo a passanti e tantissimi turisti, come ha deciso di fare evidentemente una coppia, sembra surreale. Invece è tutto vero.

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