La maggior parte dei Comuni siciliani incapaci ad aumentare le ore degli ex precari, oggi dipendenti part time. Dopo la stabilizzazione, rimasta sempre a spese della Regione, adesso gli enti locali con le proprie risorse non riescono ad aumentare le ore. Per cui quelli che erano i precari oggi da stabilizzati si ritrovano con lo stesso numero di ore settimanali. Infatti degli aumenti di ore devono farsi carico i Comuni e questo complica la situazione. Con molti municipi siciliani sempre sull’orlo del dissesto o pre-dissesto questo passo appare decisamente complicato.

“Grave difficoltà”

“I Comuni siciliani sono in grave difficoltà” dicono Giuseppe Badagliacca, Gianluca Cannella, Giuseppe Cardenia e Fernando Stazzone del Csa-Cisal. Ieri la sigla era presente all’audizione alla prima commissione dell’Assemblea regionale siciliana in cui si è affrontato il problema. “I Comuni non riescono, da soli – aggiungono i sindacalisti -, a risolvere l’atavico problema dei lavoratori precari o part-time. E’ necessario che la Regione intervenga per effettuare le stabilizzazioni e portare a tempo pieno migliaia di dipendenti senza i quali molti enti locali non potrebbero più erogare servizi”.

Sul piatto anche la questione degli Asu

“Abbiamo trovato nei componenti della commissione interlocutori attenti al problema e disponibili a trovare insieme soluzioni efficaci – continuano i sindacalisti -. Sia per gli oltre 4 mila Asu ed Lsu da stabilizzare che per gli oltre 12 mila lavoratori che da 25 anni sono part-time, così come per i 1.500 dipendenti a tempo determinato e parte time dei comuni in dissesto. Servono retribuzioni adeguate al sostentamento delle famiglie e i Comuni non possono essere lasciati soli perché già alle prese con cronici problemi di bilancio. Il Csa-Cisal è pronto a continuare il confronto in modo costruttivo”.

La situazione finanziaria precari

Nei giorni scorsi è trapelata la notizia che un altro Comune siciliano rischierebbe il dissesto finanziario. Parliamo di Messina su cui aleggia una pesante relazione della Corte dei conti. Le finanze dell’ente sono sul filo del default e il piano di risanamento varato negli anni scorsi non sarebbe bastevole. Per i Comuni siciliani una lenta e pericolosa agonia. A lanciare l’ennesimo allarme è Antudo, movimento a cui fanno riferimento decine di realtà sociali e comitati territoriali che si muovono per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori.

Oltre 100 Comuni in difficoltà

Intanto i Comuni siciliani in dissesto o predissesto sono arrivati a oltre 100 e il numero aumenta di giorno in giorno. Tra questi i Comuni più importanti, per numero di abitanti, Palermo, Catania, Messina. Nella provincia Messinese figurano altre città importanti come Barcellona, Milazzo e Taormina. Già l’Anci Sicilia a inizio mese ha segnalato in una nota ufficiale che “siamo in presenza di un dato di carattere strutturale non più risolvibile con le normali procedure dettate dal Testo Unico degli Enti Locali”.

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