Vandali in azione allo Zen, più precisamente all’interno della parrocchia di San Filippo Neri. Giovedì notte, intorno all’1.30, alcune persone hanno scavalcato i cancelli della struttura di via Fausto Coppi, entrando all’interno del sagrato. Qui hanno devastato il giardino, abbattuto alcuni alberi e rubato alcuni pezzi di marmo dei muretti e da altri elementi architettonici. Fatto che ha lasciato sbigottita l’intera comunità del quartiere e il gruppo parrocchiale, che ha prontamente denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine.

Vandali San Filippo Neri

Un episodio di inciviltà raccontato in una lettera dal parroco della chiesa di San Filippo Neri, padre Giovanni Giannalia. “Da un po’ di tempo, alcuni giovani del nostro quartiere avevano la consuetudine di scavalcare i cancelli, approfittando del buio della notte. Ragazzi che festeggiavano negli spazi del sagrato, brindando nel giardino, rompendo poi le bottiglie a terra. Ora non si tratta più di bottiglie rotte e sporcizia sul sagrato. Si è decisamente alzato il tiro: si è passati a rompere e a staccare le stesse lastre di marmo, a tirare poi il marmo dappertutto e a staccare le piante tagliandone il tronco“.

Un problema di controllo del territorio sottolineato anche dall’attivista Salvatore Tranchina. “Oltre all’evento che è successo in chiesa, c’è da segnalare che ci sono ragazzi che sfrecciano nel quartiere con le moto da cross ad alta velocità. Possono fare del mare a qualche bambino o a qualche famiglia. Chiedo ai carabinieri di mettere in campo maggiori controlli. La situazione, sinceramente, non va bene. Al di là degli episodi accaduti prima alla scuola Giovanni Falcone e poi alla chiesa di San Filippo Neri. Allo Zen ci sono famiglie per bene e non possono avere paura ad uscire di casa”.

“E’ un sacrilegio”

L’episodio avvenuto alla chiesa di San Filippo Neri rischia di rappresentare soltanto la punta di un iceberg, ma decisamente appuntita. Tanto da spingere padre Giovanni Giannalia a chiedere una soluzione immediata alla vicenda. “Ho denunciato quanto accaduto alle forze dell’ordine. Confido che i responsabili quanto prima vengano assicurati alla giustizia e invito quanti abbiano visto qualcosa a segnalarlo”. Un atto da condannare, sul quale il prete chiarisce che “questa non è una bravata o semplice vandalismo ma anche un sacrilegio. È inoltre una offesa ad un’intera comunità e quartiere perché questo luogo rappresenta tutti noi. È qui, infatti, che battezziamo i nostri bimbi, li portiamo al catechismo, invochiamo l’aiuto del Signore e la sua grazia, piangiamo i nostri cari defunti, li affidiamo al Signore e cerchiamo nella sua promessa conforto. Questo luogo richiama i momenti più importanti della vita di ciascuno di noi e, per quanti credono, è anche la Casa del Signore e quindi la nostra vera casa, la pupilla dei nostri occhi”.

“Non è possibile che comandino loro”

Una lettera nella quale il parrocco parla chiaramente, senza usare mezzi termini. “Quanto successo è uno sputo in faccia a ciascuno di noi, non solo a quanti credono in Dio ma anche a quanti credono che in questo quartiere ci sia ancora speranza. Mi fa una grande pena vedere il degrado e l’abbandono che regna nel quartiere ma ancora più pena mi fa vedere come ci si sta abituando a vivere in questo stato di decomposizione. Ed in stato di decomposizione morale, e soprattutto mentale, devono essere quanti hanno compiuto questi atti. Ma il punto più importante è che non è possibile che comandino loro”.

Cisl: “Solidarietà al parroco, gesto offende tutto lo Zen”

In seguito all’accaduto, si registra la solidarietà, espressa al parroco della chiesa di San Filippo Neri, da parte della Cisl. In particolare, Giovan Battista Lo Iacono, responsabile Cisl Settima Circoscrizione, e Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, dichiarano che “al parroco della chiesa di San Filippo Neri Giovanni Giannalia, a tutta la comunità ecclesiastica va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. Sono sempre inaccettabili gli atti vandalici che deturpano luoghi di estrema importanza per i cittadini, ancor di più se luoghi di culto. Serve maggiore controllo, una maggiore presenza dello Stato, e ci auguriamo vengano individuati presto i responsabili”.

Con i parrocchiani ci sentiamo colpiti da questo gesto che offende tutto il quartiere, lo Zen vuole rinascere e per farlo deve liberarsi dalla illegalità, dal malaffare,  dalla prevaricazione, violenza e mancato rispetto che sono alla base di tutti questi episodi che colpiscono la chiesa così come, in passato, un’altra importante istituzione come quella della scuola Falcone. Lo Zen deve liberarsi delle mele marce e noi saremo sempre  vicini a tutti i cittadini onesti, che vogliono solo vivere in pace nel proprio quartiere”.