L’Italia attacca ma non sfonda, Vialli e Carnevale non riescono a scardinare la difesa dell’Austria nella partita d’esordio della Nazionale ai Mondiali di Italia 90. L’Olimpico è una bolgia, il Ct Azelio Vicini fa entrare a ripresa inoltrata Salvatore Schillaci, attaccante della Juventus giunto in Azzurro a furor di popolo con 15 reti alla prima esperienza in serie A dopo aver militato per diverse stagioni nel Messina negli anni di Franco Scoglio e di Zdenek Zeman.

È il 75’ e Schillaci fa il suo esordio nella rassegna iridata. Passano tre minuti, e Salvatore diventa per tutti Totò.

Il compianto Gianluca Vialli centra in area, il numero 19 – che non è un gigante – prende il tempo a tutti i marcantoni della difesa austriaca, e gira di testa imparabilmente mettendo alle spalle di Klaus Lindenberger.

L’Italia batte l’ostica Austria di Toni Polster e conquista i primi due punti nel Mondiale di casa sua. Al boato dell’Olimpico di Roma seguono i caroselli per Palermo. Totò è già eroe nazionale ed il meglio deve ancora venire. E dire che in Azzurro aveva giocato in precedenza una sola partita, con la Svizzera nel marzo di quell’anno senza trovare la rete.

Nasce il mito di Totò Schillaci tra gol ed occhi “Spirdati”

La rete all’Austria darà ulteriore notorietà al bomber del Cep Salvatore Schillaci che sarà protagonista assoluto di quelle Notti Magiche ad Italia 90. Iconiche anche le sue espressioni per esternare il suo disappunto contro alcune decisioni arbitrarli. I suoi occhi furbi “Spirdati”, spiritati, hanno fatto il giro del mondo. E fu simbolo di una città che voleva emergere.

Solo gli Stati Uniti graziati dal bomber

Nella seconda partita gli Azzurri di Vicini giocano un buon calcio ma non vanno oltre l’1-0 con gli Stati Uniti che avevano subito una cinquina dalla Cecoslovacchia di Tomas Skuhravy a segno tre volte. Schillaci anche in questa occasione subentra al posto di Carnevale ma non segna. La sblocca Giannini in avvio poi Meola blinderà la porta degli americani. Sarà l’unica formazione a non subire gol da Totò.

Schillaci non smette più di segnare

Quella con gli Usa sarà l’unica partita senza reti di Totò Schillaci. L’attaccante, sulla scia di Paolo Rossi che 8 anni prima aveva portato sul tetto del mondo gli Azzurri di Bearzot in Spagna, sigla il momentaneo 1-0 alla Cecoslovacchia (finirà 2-0). Poi agli ottavi di finale il clamoroso gol che sblocca la sfida con l’ostico Uruguay, con una botta che lasciò di sale il portiere sudamericano. Nel finale Serena chiuderà i conti con il colpo di testa. Ai quarti di finale affonda l’Eire con una rete da opportunista in seguito ad una difettosa respinta dell’estremo difensore avversario.

Schillaci è nel suo momento d’oro. Non smette di segnare ed ogni pallone che tocca lo trasforma in oro. Diventa l’incubo delle difese di tutto il mondo. Ad ogni sua rete a Palermo c’è un boato “Totòòòò”. Una favola moderna che ha i contorni del mito in una città che cambiò non poco per ospitare un girone di quel Mondiale. L’allora Favorita, oggetto di una imponente ristrutturazione (e teatro di un tragico crollo il 30 agosto del 1989 quando morirono 5 operai, ndr) fu sede del girone F, quello con Inghilterra, Olanda, Egitto ed Eire. Gli inglesi giocarono sempre a Cagliari. Nel nuovo impianto di viale del Fante tre match (tutti in parità).

Fa gol anche all’Argentina

Schillaci non sbaglia neppure nella sfortunata semifinale di Napoli con l’Argentina. È lui che porta avanti la nazionale ribattendo in rete una corta respinta di Sergio Goycochea. Tutto vano: nel finale una uscita a vuoto di Zenga permetterà a Caniggia di pareggiare. La contesa proseguirà ai rigori ed il portiere argentino sarà l’eroe di quella semifinale.

A Bari regala il terzo posto all’Italia ed è capocannoniere

Nella finalina per il terzo posto a Bari, sul punteggio di 1-1, trasforma il rigore a pochi minuti dal termine superando un portiere esperto come Peter Shilton. Si chiude un’edizione indimenticabile che ha visto Salvatore Schillaci, per tutti Totò, re dei cannonieri con sei marcature, proprio come Paolo Rossi 8 anni prima. Ad oggi è l’ultimo capocannoniere italiano ad un Mondiale.

La sua carriera in Azzurro si chiude con 16 presenze e 7 reti, 6 pesantissime perché firmate in una rassegna iridata. L’ultima marcatura in Nazionale la firma il 5 giugno del 1991 ad Oslo nel match di qualificazione per Euro 92 perso dall’Italia per 2-1. Il 25 settembre 1991 l’ultima apparizione in Azzurro nell’amichevole con la Bulgaria.

Schillaci veste le maglie di Juventus, Inter e poi va in Giappone allo Jubilo Iwata dove venne osannato e venerato vincendo un campionato nipponico.

Per il bomber che ha fatto grande il Messina portandolo dalla serie C2 alla B, poi passato alla Juve ed all’Inter e poi allo Jubilo Iwata, una carriera con oltre 500 presenze tra i professionisti e quasi 200 reti. Nel suo palmares una Coppa Italia ed una Coppa Uefa vinte con la Juve di Dino Zoff nel 1990.