Sarà un raggruppamento temporaneo di imprese, che fa capo allo Studio Colleselli & Partners di Padova, a progettare l’intervento che dopo quindici anni dovrà restituire solidità a quel tratto della strada comunale di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino, che è letteralmente sprofondato.

In contrada Ciotta-Facciomare, cinquanta metri di asfalto sono stati risucchiati da un movimento franoso che ha lesionato irreparabilmente anche diverse case, rendendole inabitabili. La chiusura al traffico dell’arteria comporta per gli automobilisti l’obbligo di utilizzare una bretella realizzata a monte e che fa allungare il percorso di tre chilometri.

L’intervento dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal governatore siciliano Nello Musumeci, chiuderà dunque anche questa pagina di infiniti disagi e di estenuante attesa. L’area finita al centro dell’attenzione della Struttura commissariale diretta da Maurizio Croce continua, tra l’altro, a soffrire l’attività sommersa della frana e i danni, che interessano anche l’impianto di illuminazione, rischiano di moltiplicarsi con il passare del tempo.

Per mettere in sicurezza e rendere nuovamente fruibile la strada che attraversa la contrada sarà necessario realizzare anzitutto un canale di gronda posto a monte dell’area di frana per intercettare e veicolare in maniera adeguata le acque piovane. Servirà anche una serie di trincee drenanti mentre per ricostituire il tratto stradale distrutto saranno necessarie opere di sostegno, riempimenti e una pavimentazione in conglomerato bituminoso. Infine dovrà essere eseguita la risagomatura del versante a valle mediante terrazzamenti realizzati con gabbionate metalliche e pietrame.

Tutti lavori che gli uffici di piazza Ignazio Florio provvederanno immediatamente a mettere in gara non appena sarà pronto il progetto esecutivo.

Tre giorni fa, è arrivata notizia di analoghi interventi contro il dissesto idrogeologico nel Messinese.
Colpito duramente, insieme ad altri centri del Messinese, dal violento nubifragio del 2009, il territorio di Itala resta particolarmente fragile e insidioso. In contrada Casaleddo una frana risalente al 2003, riattivatasi proprio in occasione di quella tremenda alluvione, costituisce ancora una potenziale minaccia mettendo a rischio, soprattutto, la sottostante strada provinciale 29, che conduce al centro abitato e già in passato raggiunta da massi e detriti. Si tratta, tra l’altro, di una via di fuga, un percorso utile in caso d’emergenza e, quindi, di vitale importanza.
Già nel 2006 l’amministrazione cittadina aveva avviato l’iter per realizzare il progetto esecutivo dei lavori di consolidamento ma le pastoie burocratiche e, soprattutto, la mancanza di fondi fecero naufragare ogni buona intenzione. A portare a termine l’agognato intervento sarà però adesso l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, che ha stanziato un milione e cinquecentomila euro. La Struttura commissariale sta infatti per mettere la parola fine a un’attesa durata tre lustri e ha pubblicato la gara per affidare i lavori. Le offerte potranno pervenire negli uffici di piazza Ignazio Florio fino al prossimo 10 novembre.
Per arrestare il movimento franoso, che presenta un fronte attivo di circa cinquanta metri, saranno necessarie opere di contenimento ma anche di regimentazione idraulica: i detriti accumulatisi con il passare del tempo al piede della colata hanno infatti ostruito il regolare deflusso delle acque drenate da un impluvio. Occorrerà, dunque, realizzare paratie dotate di tiranti e muri di sostegno in cemento armato ma anche un sistema di convogliamento e di smaltimento delle acque mediante fossi di guardia e un nuovo tombino scatolare.

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