Avrebbe sparato quindici colpi. A segno ne sono arrivati sette di pistola calibro 9 per uccidere lo zio Giacinto Marzullo.

Il giallo sulla morte dell’agricoltore di 52 anni, ucciso ieri pomeriggio, poco dopo le 17, mentre stava sistemando un suo appezzamento di terreno in contrada Mollaca Faia, a Licata, sarebbe stato risolto.

Le indagini del commissariato di Licata, coordinate dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Carlo Cinque, hanno stretto il cerchio attorno al nipote di Marzullo, un giovane di 18 anni, che è stato fermato con l’accusa di omicidio.

Adesso, sulla sua posizione dovrà decidere il giudice delle indagini preliminari, per la convalida del fermo e l’emissione di una misura cautelare.

Sembra che alla base del gesto ci siano vecchie liti in famiglia, per questioni economiche. Liti che il giovane ha
inteso regolare nel modo più estremo.

Nella notte, i poliziotti guidati dal dirigente Marco Alletto hanno ascoltato i congiunti delle vittima e poco a poco è emerso il quadro dei contrasti, che sarebbero passati anche da debiti non onorati. Un contesto turbolento, che all’alba ha portato alla figura del diciottenne.

Nella sua abitazione, gli investigatori hanno trovate tracce del pomeriggio di sangue, la prova che ha fatto scattare il fermo disposto dalla procura di Agrigento.