• Invasione di bagnanti e turisti alla Scala dei Turchi di Realmonte
  • La falesia di marna bianca, a rischio crolli, posta sotto sequestro dalla Procura di Agrigento lo scorso anno
  • L’associazione ambientalista Mareamico: “Non ci sono controlli”

L’associazione ambientalista Mareamico e le Guardie ittiche del GISE hanno voluto verificare di persona la situazione della Scala dei Turchi, posta sotto sequestro dalla Procura di Agrigento lo scorso anno, perché è a rischio crolli.

La marna bianca invasa dai turisti, violati i sigilli

Denuncia Mareamico: “Le immagini parlano chiaro, decine e decine di persone invadono giornalmente la marna bianca, scavalcando le transenne e violando i sigilli, senza che nessuno dica nulla!”.

Non ci sarebbero controlli

Prosegue l’associazione ambientalista: “Fino allo scorso anno la Capitaneria e i Carabinieri cercavano di fermare e spesso sanzionavano i trasgressori, quest’anno invece non ci sono controlli.
Se i cittadini violano impunemente la legge è lo Stato che perde la faccia!”.

Il video di MareAmico

Non è la prima volta che accade

Appena un mese fa, MareAmico aveva denunciato l’assalto di bagnanti e turisti alla Scala dei Turchi, attualmente sequestrata per il possibile rischio crolli.
All’interno della falesia di marna bianca è vietato entrare dal 27 febbraio del 2020, quando la Procura di Agrigento aveva apposto i sigilli. Ma con l’arrivo dell’estate in molti hanno deciso di sfidare i divieti.

Gli interventi della Regione

Più volte sia l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, sia lo stesso governatore Nello Musumeci, hanno ribadito l’intenzione da parte della Regione Siciliana di voler acquisire e mettere in sicurezza la falesia.
Una perizia idrogeologica, la definizione del progetto e la realizzazione delle opere di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo. Sono i prossimi passaggi che il governo Musumeci ha messo in cantiere per assicurare la tutela della Scala dei Turchi, la parete rocciosa lungo la costa di Realmonte, e ottenerne il dissequestro da parte della procura di Agrigento.
“Sarà redatta – spiegava l’assessore Cordaro – la perizia idrogeologica, passaggio preliminare al progetto e ai lavori di regimentazione delle acque in superficie e nel sottosuolo, che rappresentano la causa principale di erosione”.

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