Crisi di governo e tensioni nel Pd. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera scritta al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, da Federica Giorgio, componente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico e segretaria del Circolo Centro Storico di Caltanissetta.

Ecco il testo della missiva:

“Caro Segretario, cari Dirigenti, cari Compagni,
Ciò che sta accadendo in queste ore, la crisi del Governo, i botta e risposta tra Di Maio e Salvini, e tra gli stessi esponenti del nostro partito mi hanno spinta a scrivervi questa lettera poiché mi sembra troppo grave per essere ignorato. E credo sia giunto il momento di dirigerci senza indugio alcuno, uniti, verso un cammino responsabile e coraggioso.

Non cadiamo nella logica della disgregazione e della frammentazione che ha portato il nostro partito e la sinistra tutta, a dividersi ed a perdere consensi e, cosa ancora più grave, la fiducia degli italiani.
Non perdiamo di vista l’obiettivo principale: difendere l’Italia dal populismo e dal sovranismo che a poco a poco si stanno facendo strada in Italia e tra gli Italiani, riportando un clima che i più giovani non hanno respirato, e che i più grandi hanno, con fatica, cercato di accantonare.
Impariamo l’importanza della memoria perché non accada più quel che è successo e che a poco a poco sembra riemergere in tutta l ‘Europa e in tutto il mondo.

I nuovi leader politici di tutto il mondo – prosegue la lettera – stanno sdoganando sentimenti negativi di odio, intolleranze razziali, ideologie sovraniste, che come una valanga si ingrossa man mano che scende a valle. Impariamo dagli errori passati, teniamoli a mente per non ripeterli e per andare avanti.
Se Salvini oggi governa in modo sempre più arrogante e autoritario aspirando persino ai “Pieni Poteri”, è anche causa nostra, delle nostre liti interne. Cosi facendo facciamo il gioco di Salvini e non possiamo permettercelo, per il bene dell’Italia e degli italiani; E soprattutto, in nome di coloro che hanno lottato e perso la vita per la democrazia, vi chiedo di restare uniti, di pensare al Noi piuttosto che all’Io. Qui non c’è in ballo un prossimo governo o la vittoria di un partito piuttosto che un altro. Qui c’è in ballo la Democrazia e tutti quei valori che mantengono “Alta” l’Italia e
che sono sanciti dalla Nostra Costituzione. Siamo vicini ad un punto di non ritorno e non possiamo fallire.

Ricompattiamoci, – scrive ancora Federica Giorgio – consumiamo le energie per fare un progetto vero, per indicare una linea programmatica sui “Nodi strutturali” della crisi del Paese. Un programma che non dica solo cosa è necessario fare, ma che dica come Farlo, un programma che sia di sinistra e che individui le priorità per la gente e tra la gente. Analizziamo quali sono i veri problemi del nostro Paese e affrontiamoli ; Cerchiamo di proporre soluzioni al cambiamento climatico conseguenza anche di una cattiva gestione dei rifiuti, al divario tra Nord E Sud, che Salvini vuole sempre più evidenziare, alla crisi profonda del ceto medio produttivo, alla povertà, ai rapporti con l’Unione Europea in relazione ai vari problemi (Sviluppo, Sicurezza, Flussi Emigratori, Mediterraneo) e ai rapporti con gli Alleati degli Stati Uniti e con la Russia di Putin…

Il ricorso alle urne – si legge ancora nella lettera – deve essere visto come una grande opportunità di partecipazione democratica di tipo progettuale e non un adempimento “burocratico” per consentire ad una forza politica di fare “l’asso pigliatutto” in una logica di bieco e autoritario potere… È arrivato il momento di avere coraggio di decidere e dire chiaramente al Paese e a noi stessi che anche il PD deve cambiare passo e fare scelte di portata storica…
Dobbiamo farlo per non disperdere e distruggere ciò che di buono abbiamo fatto in questi anni, non ci sarà una seconda opportunità.

Mettiamo da parte le beghe interne e ricominciamo.
Facciamo delle diversità di pensiero e punti di vista, -si legge a conclusione della lettera – un punto di forza e non di debolezza! Io Credo in Noi e nel Noi, perché insieme si può. È ora di ripartire per il bene comune”.

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