Il gip di Caltanissetta Graziella Luparello ha rinviato a giudizio per calunnia aggravata i poliziotti Fabrizio Mattei, Mario Bo, e Michele Ribaudo, accusati del depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta.

Nella medesima udienza il Gip ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile dei nipoti del giudice Paolo Borsellino e del comune di Palermo presentata all’udienza preliminare a carico di tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via d’Amelio.

Secondo il giudice l’istanza sarebbe tardiva perché il procedimento è in Fase finale. Dopo la decisione del magistrato è cominciata la discussione del Pm. Davanti al gip ci sono Fabrizio Mattei ex ispettore di Polizia ora in pensione, Mario Bo (non presente in aula), dirigente della Polizia di Stato, e l’agente Michele Ribaudo, tutti, nel ’92, nel pool investigativo che indagò la strage di via d’Amelio costata la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della scorta.

I poliziotti sono accusati di calunnia aggravata dall’avere favorito cosa nostra: avrebbero imbeccato falsi pentiti costringendoli, anche con minacce, ad accusare della strage persone innocenti e creando una verità di comodo sull’eccidio. Alla scorsa udienza sin sono costituiti parte civile i figli del giudice Borsellino e della sorella del magistrato, deceduta, Adele, cinque degli accusati ingiustamente dai falsi pentiti e il fratello del magistrato. I loro legali hanno citato in giudizio come responsabile civile la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno.

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