Sono complessivamente 26 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Catania nata dall‘indagine ‘Gancio’ del Nucleo di Polizia economico-Finanziaria della Guardia di Finanza su presunti accessi illegali nelle sedi di Catania e Messina. Gli accertamenti sono scaturiti da uno degli esposti presentati dall’ex amministratore unico dell’Ente, Antonio Fiumefreddo. Oltre ai destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, eseguito dalle Fiamme gialle, sono indagati altre 20 persone, compresi dipendenti pubblici di Riscossione Sicilia e di altre amministrazioni. Per loro la Procura di Catania aveva avanzato richiesta di misura interdittiva. Il Gip Giovanni Cariolo si è riservato di decidere dopo che li avrà interrogati.

Tra gli indagati ci sono anche due dipendenti dell’Inps e un conservatore della camera di commercio di Catania. I primi due, secondo l’accusa, si sarebbero attivati per “reperire una serie di informazioni sulla situazione fiscale e contributiva di clienti dello studio Rizzo”. Il conservatore avrebbe invece dato “disposizioni affinché si effettuassero, senza alcuna richiesta formale e senza rispettare la procedura prevista, accessi al sistema informatico della Camera di commercio di Catania per reperire visure camerali ed effettuare una cancellazione del registro delle imprese per un cliente dello studio Rizzo”. Nelle 60 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare il Gip Giovanni Cariolo parla di “ingiustificate e intollerabili situazioni di privilegio in favore di alcuni professionisti che hanno ottenuto vantaggi nella loro attività”. Per il procuratore Carmelo Zuccaro dall’inchiesta emergono “episodi di asservimento a interessi privati che hanno determinato anche una inefficienza nella pubblica amministrazione”.

“L’azione della magistratura catanese e l’attività investigativa della Guardia di Finanza riscontrano la denuncia sull’esistenza di una rete di corruzione a Riscossione Sicilia”. Lo afferma l’ex amministratore unico, Antonio Fiumefreddo, sostenendo che “una rete potente e non solo catanese che ha avuto un ruolo, insieme ad altri, nella mia estromissione dalla partecipata che ho guidato per meno di due anni”. “Oggi giustizia è fatta – aggiunge – con l’auspicio che a Riscossione non si ricostituiscano gruppi e comitati per riportare tutto a come e peggio di prima. Un grazie sentito alla Procura distrettuale della Repubblica di Catania”.