La Guardia di Finanza di Catania ha sequestrato oltre 5.000 articoli non conformi, costituiti per la maggior parte da addobbi e decori natalizi, luci da interni ed esterni nonché giocattoli per bambini. I Finanzieri della Compagnia di Caltagirone hanno ispezionato una ditta individuale gestita da un cittadino cinese nel Comune di Ramacca (CT), rilevando la presenza di numerosi articoli che non potevano essere commercializzati.

I prodotti, infatti, erano non conformi alla normativa Comunitaria in materia di sicurezza. Un totale di oltre 5.000 articoli sono stati ritirati dal mercato e posti sotto sequestro. Durante le operazioni e i controlli, le Fiamme Gialle calatine hanno riscontrato anche la presenza di una lavoratrice italiana  “in nero”. La donna, da successivi controlli, è risultata essere percettrice del sussidio del Reddito di Cittadinanza.

L’imprenditore cinese è stato segnalato alla Camera di Commercio di Catania per la successiva irrogazione di una sanzione amministrativa fino ad un massimo di 80mila euro e all’INPS per le successive contestazioni in materia di lavoro irregolare e Reddito di Cittadinanza.

Continuano i controlli in vista del Natale. Nei giorni scorsi i Carabinieri dei NAS di Catania hanno scoperto un mattatoio abusivo attivato all’interno di un’azienda zootecnica nel comprensorio di Paternò, in provincia di Catania. L’operazione arriva con l’avvicinarsi delle festività di Natale, in cui aumenta il consumo di carne.

I militari hanno scoperto un allevamento bovino in cui si celava un vero e proprio mattatoio abusivo, al cui interno è stato sorpreso un uomo intento a macellare clandestinamente numerosi capi di bestiame di provenienza sospetta, in ambienti non autorizzati, con attrezzature che si presentavano in pessime condizioni d’igiene e senza alcun controllo veterinario. Nell’allevamento sono state scoperte alcune aree all’aperto in cui venivano depositati “rifiuti speciali” costituiti da materiali aziendali esausti, deiezioni animali e addirittura scarti di lavorazione che l’allevatore dopo la macellazione bruciava ed interrava.

Proprio da un attento esame dei resti e materiali bruciati è stato possibile recuperare e codificare i dispositivi elettronici identificativi asportati dagli animali macellati clandestinamente, che hanno permesso di risalire alla provenienza dei capi, in alcuni casi oggetto di precedenti denunce di smarrimento sporte da allevatori locali.