“Stop agli attacchi mediatici, stop a questa campagna denigratoria contro le Ong”. Sos Mediterranee si difende dagli attatti degli ultimi giorni e in particolare dai sospetti sollevati in commissione parlamentare Shangan, dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, sui presunti contatti tra le Ong e le organizzazioni libiche che gestiscono i viaggi della disperazion e del proliferare di piccole e nuove Ong.

Sos Mediterranee dice “no” lo fa a denti stretti, addirittura, con le lacrime agli occhi. A metterci la faccia, in una conferenza stampa che si è svolta proprio all’interno della nave Aquarius ormeggiata al Porto di Catania, la presidente italiana, Valeria Calandra, Sophie Beau, co-fondatrice e Vice-Presidente di SOS MEDITERRANEE, Direttore Generale di SOS MEDITERRANEE Francia ed Elen Van Der Velden di Medici senza frontiere.

Oltre a rispondere con un secco no alle accuse, le rappresentanti delle Ong hanno anche voluto spiegare le modalità del loro lavoro cominciato ormai un anno fa. Il primo punto, che poi è anche il nodo della questione e delle accuse, riguarda la presenza, costante e puntuale, dell’imbarcazione aquarius in occasione dei salvataggi dei migranti.

“E’ facile spiegare la ragione per cui siamo presenti – spiega Sophie Beau –  nel  momento di necessità. Stazioniamo, infatti, in quella che viene definita ‘sare zone’ in cui nella maggior parte dei casi le imbarcazioni cominciano ad avere problemi e necessità di aiuto”.

“In un anno – continua la Beau – abbiamo acquisto anche l’esperienza e la documentazione necessaria per capire come, dove e quando andare, tenendo anche presente che è fondamentale arrivare il prima possibile. Anche un’ora può fare la differenza. Quello che è stato dimostrato è che in linea di massima sono 10-15 le ore che al massimo una persona in quelle condizioni può sopravvivere in mare”.

Sempre alla vice presidente nonchè cofondatore della Ong, tocca il compito di ricusare qualsiasi  tipo di contatto con i libici:“Noi non abbiamo alcun tipo di collegamento con le persone che sono coinvolte dal lato della Libia nelle conduzioni di queste operazioni. E non abbiamo alcun tipo di legame con loro in nessun modo”.

Durante la conferenza è stato più volte ribadito come Sos Mediterrannee lavori nel “piano rispetto delle normative vigenti”. Anzi, proprio per lo spirito internazionale di questa missione, vengono rispettate le leggi di Italia, Germania e Francia.

Ma come arrivano le richieste di soccorso? A spiegarlo è Nicola Stalla “Il nostro sistema di monitoraggio è sempre attivo, anche per questo, non di rado, riusciamo a interccettare per primi le richieste di soccorso e a girarle alle autorità competenti. Mai, in nessuna circostanza abbiamo ricevuto direttamente dalla Libia questo tipo di richiesta di soccorso”.

Lo stesso Nicola Stalla torna ancora una volta su quanto ribadito anche da Sophie Beau: “Arriviamo primi perchè ormai conosciamo la zona in cui avvengono le tragedie. Bisogna considere che tutte queste imbarcazioni non potrebbe nemmeno andare in mare ed è per questo praticamente scontato che, durante il viaggio, subentrino dei problemi”

Non manca poi un accenno alla questione prettamente economica e al finanziamento dell’Ong. ”Sos Mediterranee – spiegano i rappresentanti dell’Ong – è finanziato al 99% da donazioni private provenienti dalle 3 associazioni nazionali: Sos Mediterranee Germania, Francia e Italia. Oggi, circa 13.800 donatori ripongono la loro fiducia nell’associazione. Inoltre, il nostro partner medico Medici Senza Frontiere contribuisce al costo del noleggio della nave su base mensile”.

”Le operazioni di soccorso richiedono notevoli mezzi tecnici e finanziari: sono necessari 11.000 euro al giorno – hanno aggiunto – Questo bilancio finanzia il contratto di locazione della nave, del suo equipaggio, il carburante, mezzi di salvataggio e tutte le attrezzature necessarie per prendersi cura dei rifugiati”

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