Non è la classica conferenza e lo si capisce subito dai volti dei protagonisti: Nino Pulvirenti e Pietro Lo Monaco, insieme dopo diversi anni, litigi, accuse pesanti e scuse più o meno fatte.

Tocca a Pietro Lo Monaco aprire la conferenza chiedendo ai giornalisti di evitare domande sulle questioni giudiziarie dell’ex presidente. Poi spazio a Pulvirenti che ricorda subito l’ultima conferenza tenuta poco dopo lo scoppio della bomba ‘Treni del Gol’ e spiega i motivi che lo hanno portato a ritornare a parlare con la stampa.

“Se qualcuno – spiega Pulvirenti – mi avesse detto, due anni fa, di trovarmi qui a parlare con il direttore a parlare di Catania, gli avrei dato del pazzo. Io sentivo il bisogno di parlare e di chiarire alcune cose. Sono stato sempre zitto, ma oggi voglio parlare perchè è andato a buon fine il piano di ristrutturazione societario con investimenti stranieri. Oggi tutto quello programmato in due anni è stato fatto, grazie anche al presidente Franco, agli avvocati e ai dirigenti. Il gruppo ha ristrutturato il debito e può pensare al rilancio del Catania e delle altre società. Abbiamo pagato il concordato Wind Jet, manca solo una rata che tocca a me e scade nel 2018”.

Inevitabile, poi, tornare indietro nel tempo a quella che, da molti, viene considerata la scelta peggiore effettuata da Pulvirenti. “Cosentino – ammette il patron rossazzurro – è stato il mio più grande errore. Ancora oggi non riesco a darmi pace di aver fatto una scelta scellerata nominando una persona totalmente inesperta a gestire la società. Ho fatto tutto il contrario di ciò che avevo sempre fatto, in quel caso ho toppato in maniera totale. Se non ci fossero stati ‘I treni del gol’ Cosentino sarebbe rimasto amministratore delegato, quella vicenda ha chiuso un capitolo”.

Contravvenendo, poi, ha quanto detto da Lo Monaco ecco un accenno sulla vicenda ‘I treni del gol’: “Ho sempre avuto dei dubbi su come sono andate realmente le cose. Abbiamo la certezza che sia trattato di una truffa nei miei confronti. Resta comunque il fatto che moralmente io sia responsabile. Per quanto riguarda il processo sportivo: in quella circostanza, Arbotti viene giudicato da Artico solo dopo 5 mesi e viene assolto per l’articolo 2 che è quello che ha condannato il Catania. Questi sono i dubbi che questa vicenda si porta dietro, ovvero un giudizio totalmente diverso dello stesso fatto”.

Pulvirenti conferma anche come il Catania sia stato realmente messo in vendita: “Nessuno ha offerto 1 euro per il Catania. Se fosse arrivata la persona giusta avremmo fatto l’operazione di vendita e invece siamo ancora qui”.

Inevitabile, poi, qualche parola in più sul ritorno di Lo Monaco: “Dopo i Treni del gol e si sono azzerati i vertici del Catania, è stata affidata la società a Bonanno. Per la questione Wind Jet ho avuto altri problemi, ma mi rendevo conto che le cose non andavano bene nonostante il pesante investimento economico. Non sempre basta. Un giorno l’avvocato mi disse che c’era la possibiltà di incontrare Lo Monaco, ma dovevo chiedere l’autorizzazione al giudice. Così è stato: del passato abbiamo parlato 5 minuti, è come se il tempo fra me e lui si fosse fermato a 4 anni fa. Tutto superato. Sarà stato il destino, ma ci siamo incontrati nel giorno in cui il Catania ha ottenuto la promozione in Serie A. Da li è partita questa nuova storia: oggi grazie al lavoro di Lo Monaco e alle risorse che il gruppo ha messo, siamo tornati”.

Infine Pulvirenti prova anche a delineare il futuro: “Io spero un giorno di poter ritornare a fare il presidente del Catania, se le mie questioni giudiziarie me lo consentiranno. Ho sempre avuto la volontà di riscattarmi, se è vero che ho usato le mie risorse all’estero per iscrivere il Catania al campionato. Il Catania deve andare in Serie B e poi provare a ritornare in alto. Solo in quel momento potrò dire, in parte, di essermi riscattato anche se il mio errore rimarrà per sempre”.

Secca la risposta a chi gli chiede quando tornerà allo stadio: “Provo disagio ad andare allo stadio, nonostante mi abbiano tolto il Daspo. Ho disagio perché so di aver fatto male a molte persone”.