Fase parossistica, la notte scorsa, delleruzione in corso sull’Etna, imbiancato dalla neve, con l’intensificazione dell’attiva esplosiva dal cratere di Sud-Est che ha provocato un notevole emissione di cenere sottile che è caduta, come ‘pioggia’, anche su Catania ‘annerendo’ auto, balconi e strade e marciapiedi.

Un fenomeno, quest’ultimo, che si è già esaurito, come l’attività al cratere che appare in decremento. Il fenomeno al momento non impatta sull’attività operativa dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini.

Sul fronte dell’attività effusiva, le telecamere di sorveglianza dell’Ingv-Oe di Catania, sembra essere inattiva la colata lavica prodotta dalla fessura di Sud, mentre quella che emerge dalla quella di Sud-Ovest meno alimentata.

Inoltre, sono stati osservati tre flussi piroclastici che che si sono sviluppati con l’apertura della fessura eruttiva di Sud-Ovest. Quello più avanzato ha superato monte Frumento Supino.

Sono stati registrati anche fenomeni di ‘fontane laviche’, con l’emissione di materiale incandescente, durante i quali si sono avuti i valori massimi dell’ampiezza del tremore vulcanico che, allo stato attuale, mostrano modeste oscillazioni, rimanendo, comunque, su livelli elevati.

La posizione delle sorgenti del tremore risulta localizzata nell’area del cratere di Sud-Est. L’attività infrasonica continua ad essere sostenuta, pur mostrando una chiara tendenza al decremento della frequenza di accadimento e dell’ampiezza degli eventi analizzati.
Le reti Gps e clinometrica non mostrano deformazione significativa in corso.

L’ultima eruzione dell’Etna si era verificata il 23 ottobre scorso, costringendo alla chiusura di un settore dello spazio aereo dell’aeroporto di Catania.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, aveva comunicato dalle prime ore della giornata, che era possibile osservare una moderata e variabile intensificazione dell’attività stromboliana a carico del Nuovo Cratere di Sud-Est. “L’attività esplosiva – aveva scritto l’Ingv di Catania – produce una nube di cenere che, in area distale, si innalza per circa 4.5 km disperdendosi in direzione SSE”.
L’ampiezza media del tremore vulcanico aveva presentato un andamento stazionario nell’intervallo dei valori medi.

(foto di repertorio)