Dieci le persone, due delle quali già detenute, raggiunte dal provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Catania su richiesta della Dda della locale Procura eseguito dai carabinieri di Paternò nei confronti del clan Assinnata, ritenuto articolazione territoriale della ‘famiglia’ Santapaola.

E’ il colpo inflitto da militari dell’Arma e magistrati della Direzione distrettuale di Catania a una cosa legata a Cosa nostra di Catania. Il cui dominio territoriale fu evidenziato pubblicamente con quello che i Pm definiscono un “segno di riverenza attribuito nel corso dei festeggiamenti patronali del 2 dicembre 2015, col classico dondolamento e ‘inchino” dei portatori dei cerei dinanzi all’abitazione dello storico boss Salvatore Assinnata, padre di Domenico”.

‘Annacata’ (scuotimento) che però il capomafia non avrebbe gradito perché preferisce “non attirare l’attenzione”, come avrebbe detto intercettato.

“Eravamo già pronti e vigili con i carabinieri – spiega il procuratore capo Carmelo Zuccaro – anche con delle intercettazioni in corso. Quello che è veramente negativo è che da parte dei due cerei si sente il bisogno di fare questo gesto di riverenza nei confronti di quello che era il capo libero della famiglia Santapaola a Paternò”.

Ovvero Domenico Assinnata, 28 anni, già detenuto, figlio del capomafia Salvatore, che avrebbe preso le redini del gruppo tenendo rapporti diretti con esponenti di spicco della mafia catanese e tra i destinatari del provvedimento.

Gli altri sono: Erminio Laudani, di 49 anni; Gaetano Laudani, di 21; Marco Impellizzeri, di 25; Samuele Cannavò, di 21 anni, già detenuto a Siracusa; Marco Giuseppe Sciacca, di 24; Cristian Terranova, di 26; Ivan Gianfranco Scuderi, di 24; Salvatore Alex Atanasio, di 26, attualmente irreperibile; e Rosario Sammartino, di 39 anni.

L’indagine dei carabinieri di Paternò, definita ‘Assalto’, secondo la Procura di Catania, ha “definito la posizione di predominio della famiglia Assinnata nell’ambito della criminalità organizzata locale”. Ha ricostruito il “volume d’affari illegali del clan nel settore delle estorsioni ai danni di imprenditori dell’area di riferimento, in particolare nei confronti di una ditta di autonoleggio vittima di due distinti atti intimidatori.

Nella prima occasione è stato appiccato il fuoco all’autovettura del titolare, nella seconda invece è stata frantumata la vetrina e la porta di ingresso della ditta, nonostante fossero antisfondamento”. Chiarite anche le dinamiche dell’organizzazioni delle “piazze di spaccio”, dai canali alle procedure di approvvigionamento e cessione di eroina, marijuana e hashish.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati 12 spacciatori in flagranza di reato. L’indagine, a due anni dall’operazione “The End”, eseguita il 24 febbraio 2016, con l’arresto di 14 affiliati dello stesso clan Assinnata, sottolinea il procuratore Zuccaro “evidenzia ancora una volta la vicinanza della Procura di Catania Direzione Distrettuale Antimafia e dell’Arma dei Carabinieri alla cittadinanza di Paternò”.

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