Nella tarda serata di ieri, lunedì 24 maggio, c’è stata una nuova eruzione dell’Etna. Si tratta del 4° parossismo dalla notte del 18 – 19 maggio, ovvero da quando il vulcano è tornato ad attivarsi.

Dal cratere di sud – est è fuoriuscita una nube eruttiva che ha raggiunto un’altezza massima di 7mila metri sul livello del mare, disperdendosi verso nord – est.

Il fenomeno è stato accompagnato da forti esplosioni e boati che si sono avvertite anche a grandi distanze. I valori di ampiezza media del tremore vulcanico, al momento, sono rientrati a livello medio-basso. La nuova fase eruttiva non ha avuto un impatto sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

L’eruzione, monitorata dall’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è cessata dopo mezzanotte.

STROMBOLI

Negli scorsi giorni, invece, anche lo Stromboli si è risvegliato con un’attività effusiva, cominciata il 19 maggio scorso, che, comunque, non ha mai raggiunto la linea di costa, rimanendo confinato nella parte medio – bassa della Sciara del Fuoco.

L’INGV di Catania ha reso noto sabato scorso, 22 maggio che ‘«l’attività effusiva, a carattere variabile, dello Stromboli non ha mostrato variazioni significative. […] Da immagini satellitari di ieri risulta che il fronte lavico si attestava ad una quota di 450 metri circa sul livello del mare mentre continua l’attivitàdi spattering nei settori Nord e Centro-Sud e si osservano ancora in maniera discontinua episodi esplosivi più intensi».

Dal monitoraggio del vulcano dell’arcipelago delle Eolie eseguito dall’Istituto è emerso, inoltre, come «l’ampiezza del tremore è sostanzialmente stazionaria, mantenendosi su valori medio-bassi. Anche la frequenza e l’ampiezza dei transienti riconducibili ad eventi esplosivi non mostrano variazioni significative rimanendo su livelli relativamente bassi».

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