Guerra in Ucraina. Sicilia in prima linea con i droni di Sigonella  che si sono già alzati in volo per pattugliare il territorio dell’Ucraina. A poche ore all’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, la base aerea Nato di Sigonella è nuovamente protagonista dello scenario bellico. Il drone Forte 12 è partito nella prima mattinata dall’aeroporto catanese.

In queste ore, il tracciato radar del drone statunitense è l’unico volo visibile sui cieli di quel tratto dell’Europa Orientale. La Russia ha sospeso il traffico aereo sino al 2 marzo e dagli aeroporti dell’Ucraina non ci sono aerei in partenza, anche per evitare rischi per gli attacchi mirati dell’esercito russo che sta letteralmente demolendo le infrastrutture militari di Kiev.

Guerra in Ucraina, cieli Europa orientale deserti

Dai tracciati elaborati da Flightradar, Forte 12 è l’unico aereo spia in volo. Ma secondo altre informazioni, dalla base di Sigonella sarebbe decollato un altro drone gemello, che avrebbe spento gli indicatori di posizionamento radar.

Sicilia in prima linea

Forte 12 è partito da Sigonella, ha attraversato lo Ionio sorvolando Grecia e Bulgaria prima di monitorare la base aerea Ucraina di Kharkiv. Dai tracciati disponibili, il drone è attualmente in posizione sopra il Mar Nero, dove sta operando gran parte della flotta navale russa. Proprio dalle unità da sbarco di Mosca presenti su quel tratto di mare, sarebbe partita la missione verso Odessa delle unità speciali del Cremlino, prima mossa boot on ground di questa guerra che sta infiammando l’Europa Orientale.

Le missioni dei droni “siciliani” sono iniziate a febbraio.  Dalla base di Sigonella, nei primi giorni del mese  erano state attivate le misure di monitoraggio per seguire dal cielo le manovre militari della Russia nel Mar Nero. Compito dei militari era osservare le esercitazioni compiute dagli eserciti di Russia e Bielorussia, con la missione denominata “Allied Resolve 2022”.

Come funziona il drone spia partito da Sigonella

Forte12, è un drone della serie RQ-4A Global Hawk. Il compito dell’aereo spia è tallonare onda dopo onda i movimenti della flotta russa nel Mar Nero. Il modello RQ-4 Global Hawk, costruito  dal Northrop Grumman, è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) usato dalla U.S. Air Force come  aereo da ricognizione.

Il Global Hawk è in grado di fornire un radar ad apertura sintetica (SAR) ad alta risoluzione. Può volare anche in condizioni meteo estreme. Questo drone può sorvegliare quasi 100 000 chilometri quadrati (40 000 miglia quadrate) di terreno di giorno. E’ in grado di operare per 24 ore di seguito ed osservare una griglia di 370 x 370 kilometri, per poi ritornare alla base di partenza. I potenziali utilizzi del Global Hawk riguardano la raccolta di informazioni sia in tempo di pace sia durante operazioni militari. Stando alle informazioni fornite dall’aviazione statunitense le capacità del velivolo permettono una precisa localizzazione di armamenti e una migliore protezione delle forze sul campo attraverso capacità di sorveglianza superiori. La “R” è la designazione del Dipartimento della Difesa statunitense per la ricognizione; “Q” invece viene usato per identificare gli aerei senza pilota. Il “4” è il riferimento alla quarta serie di una proposta di sistema di velivoli non pilotati. Ogni singolo Global Hawk, il cui costo previsto alla progettazione era di circa 35 milioni di dollari, costa attualmente 131 milioni e sommando i costi di sviluppo, si arriva a circa 222,7 milioni di dollari per ciascun esemplare.

Articoli correlati