Nel nome e nel segno di Catania. La rinascita della formazione rossazzurra è affidata a un catanese, Andrea Di Grazia: la sua tripletta al Messina regala il derby ai rossazzurri e tre punti che valgono oro per la, deficitaria, classifica della squadra di Pino Rigoli. Al Massimino finisce 3 a 1 per il Catania, ma la copertina della giornata non può che essere dedicata a Di Grazia e non solo per la tripletta.

LA PARTITA. La novità della domenica è il turno di riposo concesso a Michele Paolucci, novità si fa per dire perchè si tratta di un’assenza già preannunciata. In avanti, dunque, con Barisic e Di Grazia, torna Caetano Calil. Il Messina di Sarra risponde con un 4-3-1-2 con Ferri e Pozzebon in avanti e Madonia in panchina.

Pronti via e il Catania spreca subito una clamorosa occasione per passare in vantaggio. Di Grazia serve un pallone d’oro a Calil che, però, si fa respingere la conclusione da Berardi. Segnali importanti in casa rossazzurra dopo la prestazione, non proprio eccellente, di Taranto. Il Catania c’è e lo si vede quando Parisi sfiora la rete con un colpo di testa.

Si affrontano due squadre in cerca di riscatto e, forse, d’identità: il Catania, però, sembra più convinto e a passare in vantaggio, infatti, sono i rossazzurri. Azione da circoletto rosso: scambio veloce DjordJevic, Calil e conclusione finale di Andrea Di Grazia che trova la rete proprio nel momento in cui, al Massimino, entrano i numerosi sostenitori giallorossi.

La partita è divertente ed il Catania può provare a chiudere i conti già dopo una ventina di minuti: Barisic arriva tutto solo dinanzi a Berardi, ma tenta il prezioso pallonetto e il pallone va fuori. Gol sbagliato, gol subito: regola che per poco non si concretizza, perchè Pozzebon, con un tiro al volo, colpisce la traversa.

Troppo elevato il ritmo dei primi venti minuti: la partita vive una fase di stanca in cui il Messina cerca di impensierire Pisseri, mentre il Catania, sornione, controlla.

Inevitabile che a destare gli animi sia la prodezza di un singolo: e il singolo in giornata di grazia, di nome e di fatto, è proprio Andrea Di Grazia. Fa tutto solo, controllo in area, dribbling e conclusione velenosa che batte Berardi. 2 a 0 che potrebbe diventare 3 due minuti dopo: il gol di testa di Calil, però, è annullato dall’arbitro per fuorigioco. A segnare, invece, è il Messina: il Catania si distrae e Pozzebon batte Pisseri dal limite dell’area.

Nella ripresa Marra tenta la carta Madonia, Rigoli risponde con un altro fantasista: Russotto che prende il posto di Barisic. Giocatori dai piedi buoni che, però, non riescono a dare alla gara lo stesso appeal del primo tempo. Di occasioni se ne vedono poche, finchè Russotto non decide di fare tutto da solo, la sua conclusione dopo 30 metri di corsa finisce sul palo. Il numero 10 ha una voglia matta di segnare e ci prova ancora, sfiorando la porta. Catania sfortunato e sprecone: alla mezz’ora ci provano Russotto, Di Grazia e Calil, tutti soli davanti alla porta, ma nessuno riesce a segnare.

Ci riesce e come Andrea Di Grazia che dopo aver conquistato un pallone sulla trequarti batte Berardi, realizza una tripletta e mette in cassaforte il risultato.

Dopo 4 minuti di recupero la partita finisce 3 a 1 per il Catania che sale a 4 punti in classifica ( 7 di penalizzazione ), mentre il Messina rimane a quota 7.