I “Centristi x il sì” radunano la folla delle grandi occasioni alle Ciminiere di Catania, per la manifestazione a favore del referendum costituzionale del 4 dicembre. Circa duemila persone per ascoltare  l’ex presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini, insieme al presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia Ma sono state numerose le presenze politiche,  tra cui quella del sindaco di Catania Enzo Bianco, del sottosegretario al Miur Davide Faraone; del segretario del Pd Fausto Raciti e del vicepresidente all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo. Inoltre,  il senatore Pino Firrarello e  i parlamentari nazionali Andrea Vecchio, Carmelo lo Monte e l’ex ministro Salvo Andò. Presenti tutti i parlamentari regionali dell’Udc e i dirigenti delle nove province siciliane.

Ha aperto i lavori il segretario regionale del partito Adriano Frinchi. Sono seguiti gli interventi del capogruppo all’Ars dell’Udc Mimmo Turano, dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio e il deputato all’Ars Marco Forzese. Hanno chiuso i lavori D’Alia e Casini. Ha illustrato la riforma costituzionale Giuseppe Verde, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Palermo.

“Dal referendum del 4 dicembre comincia il cammino dei popolari e dei riformisti – ha detto Gianpiero D’Alia -. La mobilitazione per il sì cementerà ulteriormente l’alleanza strategica dei moderati con il Partito democratico. Il primo banco di prova sarà la Sicilia dove saremo uniti per impedire il ritorno dei protagonisti di una stagione politica opaca che ha fatto enormi danni alla nostra terra”.

Al referendum costituzionale i ‘Centristi per il Sì’ faranno la differenza: ci sono tantissimi elettori moderati – ha sottolineato  Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri al Senato – che non intendono con il loro voto portare alla vittoria Grillo, Salvini, D’Alema e Meloni, a cui oggi si aggiunge Marino. Questi elettori sono moderati e vogliono riformare l’Italia. In questo Paese non si può solo distruggere; credo che occorra cominciare a costruire, se no l’Italia va a picco”.

“Noi abbiamo un compito importante  fare capire ai moderati – ha continuato – che questa riforma non può essere bocciata nel nome del ‘no’. Perché il nome del ‘no’ è quello di Grillo, di D’Alema, di Zagrebelsky e adesso anche di Marino. Cosa c’entrano i moderati con tutta questa compagnia di giro? I moderati hanno fatto una riforma nel 2005 che non era quella così distante da questa. Oggi non debbono fare prevalere la faziosità, devono dire ‘sì’ al tentativo di potere cambiare l’Italia”.

Impossibile, però, far sbilanciare i centristi, Casini in testa,  sulla ormai prossima campagna regionale che seguirà quella per il referendum, ovvero la scelta del candidato presidente della Regione: “E’ l’ultima delle mie preoccupazioni. Non me ne sono mai occupato”.

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