La metro di Catania cresce a vista d’occhio. Dopo un immobilismo durato anni, nel giro di pochi mesi, sono state inaugurate le tratte Galatea-Stesicoro e Borgo-Nesima: un ampliamento del percorso che ha reso il servizio metropolitano decisamente più utile rispetto al passato.

Dopo l’apertura della Galatea-Stesicoro, però, si è resa necessaria la chiusura della diramazione esterna che portava la metro fino al porto di Catania, per la realizzazione di lavori fondamentali all’esercizio. Nelle mappe poste all’interno dei treni e nelle fermate, la diramazione è presente e, tra parentesi, viene definita in prossima apertura?

Si, ma quando? Se lo chiedono in molti, soprattutto, e non sono poche, quelle persone che giornalmente raggiungono il porto per lavoro o altri motivi. Ma non solo: la fermata era un punto di riferimento importante anche per studenti e pendolari che potevano facilmente raggiungere Piazza Borsellino.

Lecito domandarsi perchè i lavori sulla vecchia tratta esterna non procedano alla stessa velocità con cui la talpa scava i nuovi percorsi. Secondo alcune indiscrezioni raccolte all’interno di Fce, sembra che esista una spaccatura tra chi è d’accordo sulla riapertura e chi, invece, preferirebbe eliminare del tutto quel tratto di metro.

Verosimilmente, però, la questione è prettamente tecnica: la tratta esiste, ha sempre funzionato e non ha bisogno di particolari modifiche. Il problema potrebbe essere legato alla gestione delle linee: da Nesima, infatti, dovrebbero partire treni diretti a Stesicoro e treni diretti al porto. E dalla fermata porto come si potrebbe raggiungere Stesicoro? Ed è qui che la questione si fa complicata. Bisognerebbe scendere a Galatea e prendere un treno che viaggia nel senso opposto. Oppure creare una coincidenza proprio alla stazione Galatea, con un treno che effettua solo il viaggio verso il porto.

Trattasi di supposizioni, perchè in questo senso dalla Fce non sono arrivate comunicazioni: non è difficile, però, intuire come il ritardo sia legato a questioni tecniche e alla difficoltà di rimettere in esercizio il tratto all’aperto.

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