Un successo, Invasioni, l’opera della regista di NeonTeatro, Monica Felloni, dedicata a Mustafa Sabbagh, il fotografo italo-palestinese di fama internazionale che ha voluto fare parte di un “Bellissimo progetto, che mi fa diventare più ricco e più umano”, così come lo ha cristallizzato, così come lo ha vissuto, facendone parte con le sue foto, con la sua voce che in arabo ha sottolineato alcuni passaggi, con la sua improvvisa apparizione in scena per un cameo emozionante, emozionato.

Nel teatro di Viagrande Studios l’impossibile è stato reso possibile. Così come, anche, fare volare Danilo Ferrari e Gaia Santuccio, appesi ad una corda, sospesi da terra, ora ballerini fluttuanti nell’aria, ora pendoli che scandiscono il tempo della leggerezza, della libertà.

Stupore, ammirazione, lacrime di commozione e riso. Un fiume in piena di sentimenti è sfociato in applausi fragorosi, lunghissimi, sentiti. Il pubblico che ha invaso le tribune è stato a sua volta invaso dal talento degli attori, espresso come sanno, facendo delle differenze uno strumento, arte, tutto amalgamato perfettamente.

Insomma, ciascuno si manifesta per quel che è. Cinque capitoli (1 La Bellezza Ferisce. 2 La Necessità della Fuga. 3 La Pelle della Terra. 4 XI Comandamento: non dimenticare. 5 Ogni Preparativo è Fatto.), testi di William Shakespeare, Walt Whitman, Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello, Federico Ristagno, cuciti dalla regista per raccontare che i confini sono fatti per essere superati, che il limite è una convenzione, un punto di vista, che Vivere non è il prodotto di un regolamento, ma è quel che è, Vivere, e lo si fa come si può, ognuno unico e gruppo, individuo e famiglia, cittadino e società.

Perché la vita è “BELLA”, esclama con tono stentoreo uno degli attori al termine di un duetto che ironizza sulla necessità estetica, sull’affanno dell’apparire, sul pregiudizio di chi ha occhi che non sanno vedere. La vita è bella anche se non si ha la “tartaruga”, l’addome scolpito, anche se non si può o non si ha voglia di fare le flessioni a terra per poi sfoggiare un petto tonico eletto a feticcio.

Monica Felloni dopo i recenti successi di Magnificat e Ciatu ha cucito un altro splendido arazzo, ogni dettaglio prezioso, necessario per l’opera in sé e per chi la ammira. Uno scambio, vero, reale, gli spettattori parte integrante dello spettacolo, a stretto contatto con gli attori, in alcune fasi vicini, vicinissimi, a pochi centimetri. E’ il piacere dell’incontro, della conoscenza, della condivisione.

E’ il teatro che annulla le barriere. Il teatro dello straordinario reso ordinario, così come dovrebbero essere i rapporti nella società ideale, dove ognuno occupa il posto che ha e lo condivide con chi gli sta accanto, con chi incontra, rispettando.

“La costruzione estetica è forte, ma non è estetizzazione. E’ capacità di raccontare”. Così Andrea Cusumano. L’assessore alla Cultura del Comune di Palermo non ha voluto mancare l’appuntamento con Invasioni. Non ha voluto perdere l’occasione per invadere e lasciarsi invadere con gli spettatori, fra gli spettatori.

“Ci vuole molto coraggio a fare un lavoro così come Invasioni – aggiunge Cusumano, artista internazionale voluto dal sindaco Leoluca Orlando per rivitalizzare il movimento culturale a Palermo – ma i risultati poi ci sono, ripagano. Lo spettacolo è davvero bello. Grandi emozioni, soprattutto suscitate dal modo in cui si declina il tema della bellezza e del corpo come un dono”.

“Siamo contenti – afferma la Felloni con Piero Ristagno, direttore artistico di NeonTeatro – sono state tre serate intense, meravigliose. A nome di tutta la compagnia ringraziamo il pubblico. E’ stato stupendo essere invasi dai loro sguardi attenti, rapiti, dai loro applausi. Sì, è possibile un Mondo migliore”.