Bella, giovane, determinata e con una grande tenacia. E’ la storia di Cristina Trombetta, catanese di 26 anni che da cinque vive nel Regno Unito. E’ lontano dalla Sicilia che Cristina ha scoperto, quasi per caso, la sua grande passione per il bodybuilding.
Le abbiamo fatto alcune domande per capirne di più su una pratica, quella del culturismo, ancora poco conosciuta in Italia e in eguale misura frequentata dalle donne.

Cristina, quando ti sei approcciata al bodybuilding e come?
Ho iniziato ad andare in palestra sporadicamente, per fare un po’ di movimento, quasi un anno fa. Tuttavia a novembre del 2017 ho iniziato a scoprire il mondo del bodybuilding. L’interesse verso le competizioni è cresciuta finché a febbraio del 2018 ho contattato quello che oggi è il mio coach, Fabrizio, ed insieme abbiamo valutato che c’erano buone potenzialità.

A quali competizioni hai partecipato?
A maggio 2018, dopo 12 settimane di preparazione, seguendo un regime di dieta preciso e degli allenamenti, ho fatto la prima competizione sul palco competitivo dell’Hercules Olympia UK della federazione internazionale WABBA. Alla prima gara ho conquistato un terzo posto ed una qualifica al mondiale WABBA.

Quali sono le caratteristiche necessarie per diventare bodybuilder?
Penso che le caratteristiche fondamentali sono determinazione e passione verso questo sport. Le qualità muscolari possono essere perfezionate con allenamenti e dieta, ma la determinazione è la chiave fondamentale. Senza di essa ad esempio non si potrebbe riuscire a rispettare la precisione richiesta dall’alimentazione (che personalmente penso sia l’aspetto più estenuante e monotono della preparazione, ma anche quello che crea e modifica il corpo per poter salire sul palco con una condizione eccellente).

Cosa pensi di chi sostiene che le donne bodybuilder non siano femminili?
Esistono tante categorie di bodybuilding per donne. I criteri di giudizio nella categoria “Bikini”, nella quale competo, sono basati proprio sul livello di femminilità. Quindi come si cammina (bisogna sfilare, come le modelle!), la routine di posa con le transizioni, trucco, capelli e mani, e naturalmente la qualità muscolare.

Che genere di ambiente è quello del culturismo? Chi lo frequenta?
Faccio parte di questo mondo da poco e ho sicuramente tanto da scoprire. Seguo molti bodybuilders sui social media. È una disciplina individuale e molto competitiva, ma allo stesso tempo unisce e permette di creare nuove conoscenze ed amicizie.

Cosa ti ha insegnato, nella vita di tutti i giorni, il bodybuilding?
Mi ricollego al discorso della determinazione di prima. Da quando ho iniziato, ho scoperto che con la giusta determinazione si possono raggiungere i risultati sperati. È necessaria la giusta mentalità. Ho imparato a credere nelle mie abilità e sono diventata più sicura di me stessa nell’affrontare la vita quotidiana,

Cosa pensi del dibattito, sempre acceso e costante, in merito all’ossessione dei nostri tempi per il corpo? Il bodybuilding non ne è un esempio?
Il bodybuilding credo sia una disciplina che richieda un certo interesse e passione. C’è molta gente però che vuole essere “fit”, in forma, e intraprende diete ed allenamenti. Credo sia necessario non estremizzare queste ultime due cose. Invece supporto l’idea di vivere bene, mangiando sano, senza farci mancare i piaceri della tavola.

Qual è la tua giornata tipo e quanto tempo dedichi all’allenamento?
Adesso sono in preparazione per l’Amateur Gran Prix 2018 della WABBA, che si terrà a settembre in una località vicino Londra. Quindi oltre al lavoro, essenzialmente devo prepararmi ogni singolo pasto anticipatamente e poi andare in palestra. Attualmente mi alleno ogni giorno, circa un’ora al giorno!

C’è differenza tra l’essere una bodybuilder all’estero piuttosto che in Italia?
Penso che la differenza è nell’interesse verso la disciplina. Nel Regno Unito è molto solida ed importante. In Italia penso sia molto inferiore, se ne parla di meno probabilmente. Non credo ci sia tanta differenza a livello di federazioni. Le più grandi e importanti hanno team nazionali in molti paesi, inclusa l’Italia.

Come immagini il tuo futuro nell’ambito di questa pratica?
Spero di poter continuare a competere e ad avere la grinta per potermi preparare alle gare. Il sogno di ogni bodybuilder penso sia conquistare la PRO card. E magari, chi lo sa, un giorno potrò riuscire a riceverla anche io!