E’ una Miss 500 “rifatta” quella che domenica, a Etnapolis, ha vinto il dodicesimo Meeting Internazionale etneo Fiat 500 Club Italia che ha visto la partecipazione di 292 vetture giunte da Sicilia, Calabria e persino da Firenze. “Si tratta – spiega Davide Cappadonna, organizzatore della manifestazione – di una 500 R numero 186, dove R sta per “rifatta”. Un’auto immatricolata nel 1973 e proveniente da Messina. Il suo proprietario, Antonio Rocca, dopo averla esposta in numerosi raduni ha deciso lo scorso anno di sottoporla a un profondo lifting. Un risultato strepitoso per carrozzeria, interni e meccanica che le ha fatto conquistare il titolo di Miss 500 per questa edizione del meeting etneo che coincide con il 60° compleanno della Fiat 500. E’ la prima volta – conclude Cappadonna – che una “R”, un’auto “rifatta”, vince il nostro meeting”.

E’ arrivata da Firenze, ripetendo l’esperienza del 2015, la Fiat 500 in gara proveniente da più lontano. Fra i collezionisti il più anziano era Paolo Santangelo, ottantenne di Catania, il più giovane era Paolo Asciutto, diciannovenne di Taurianova, provincia di Reggio Calabria. Il gruppo di iscritti più numeroso, infine, quello di Giarre-Acireale con ben 20 vetture in gara. Ad animare la manifestazione anche un quiz dedicato al 60° anniversario, vinto dal trapanese Gaspare La Commare che ha indovinato ben 14 domande su 15.

Sempre domenica si è concluso a Etnapolis l’evento dedicato agli Ursino Buskers: gli artisti di strada hanno conquistato il pubblico con le loro spettacolari esibizioni e con la magia del teatro del fuoco. Dopo i laboratori di venerdì pomeriggio, che hanno coinvolto decine di bambini nei giochi di equilibrio e dopo il fascino misterioso della danza del fuoco, con i ballerini che sabato sera hanno fatto vorticare sfere e fiaccole luminose, domenica è stata la volta del circo contemporaneo con giocolieri alle prese con spericolate performance che avevano per protagoniste palle, birilli e bastoni. Oggetti che, come per magia, sembrano diventare vivi e animati fra le abili mani degli artisti di strada, si librano leggeri nell’aria, per poi tornare immobili nelle ceste. Fino a un nuovo spettacolo.