Luci (poche) e ombre dalla nuova legge di Bilancio secondo CNA Siracusa, attraverso l’intervento della presidente territoriale Rosanna Magnano e del segretario provinciale Gianpaolo Miceli.
“Il testo della nuova legge di bilancio cancella senza colpo ferire uno degli strumenti più utili per lo sviluppo d’impresa al sud, ossia il credito d’imposta del mezzogiorno – dichiarano Magnano e Miceli.
“Si tratta di una delle leve che ha visto centinaia di migliaia di imprese investire in macchinari e attrezzature spesso innovative e quasi sempre connesse a transizioni energetiche e digitali – ricordano entrambi – uno strumento semplice che ha permesso alle aziende di varia natura di compensare parte dei propri investimenti con imposte e oneri vari.”
“La manovra – continuano – istituisce in verità una nuova agevolazione, il credito d’imposta legato alla Zes unica del Mezzogiorno, per certi versi anche più vantaggiosa, ma che prevede una soglia minima di investimento di 200 mila euro.”
“Inutile ribadire che questo limite minimo è troppo alto – spiegano Magnano e Miceli – non si possono infatti imporre investimenti esagerati alle imprese del Mezzogiorno, il cui approccio allo sviluppo non può che essere progressivo e graduale.”
“L’abolizione del vecchio credito d’imposta del mezzogiorno – ribadiscono i vertici locali di CNA – rischia di fare fuori 25mila aziende del territorio siracusano e oltre un milione in tutto il meridione, impossibilitate ad investimenti così alti; non si pensi però che questa riflessione voglia favorire il <<nanismo>> delle aziende italiane, come qualcuno maliziosamente sostiene, perché i dati dimostrano che la quasi totalità della spesa pubblica per investimenti è sostenuta da questa moltitudine di piccoli imprenditori, destinati spesso, loro malgrado, ad essere soltanto un assai gettonato argomento di convegni e campagne elettorali.”
“Non neghiamo le intenzioni positive del provvedimento, legato alle semplificazioni pensate con l’istituzione della Zes unica – spiegano ancora Magnano e Miceli – ma non possiamo correre il rischio di tornare indietro, imponendo ulteriori limitazioni, come il 50% degli investimenti dedicato alle opere murarie, quando nei fatti spesso oltre il 75% delle spese riguardano proprio la costruzione dei capannoni; questo succede quando le decisioni vengono prese senza il necessario confronto preventivo – concludono la presidente e il segretario di CNA Siracusa – con il rischio che, in tempi di grandi risorse disponibili per investimenti e sviluppo, tramite fondi europei e PNRR, si faccia invece un clamoroso autogol”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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