Si discute e si vota oggi in aula, al Parlamento Siciliano, la Mozione, di cui sono primo firmatario, che riguarda l’attuazione dell’art 37 dello Statuto speciale della Regione Siciliana affinchè si impegni il Governo Regionale a farsi promotore presso il Governo ed il Parlamento Nazionale. L’articolo in questione dice che: “per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi”, e che l’imposta, “relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima”.
Un tema discusso e dibattuto da anni ma che, nonostante l’accordo pattizio disciplinato dal decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, tra la Regione Siciliana ed il Governo nazionale e malgrado l’interpretazione in tal senso data dalla Corte costituzionale nel 2008 del D.lgs. n. 241 del 2005, non ha mai visto la sua applicazione.
A distanza di 78 anni da quel 15 maggio 1946, quando venne firmato l’atto costituzionale che riconosceva alla regione Siciliana lo status di Regione a Statuto speciale, si torna a discutere con concretezza su ciò che dovrebbe essere un diritto sacrosanto sancito dalla stessa Costituzione.
Auspico che la Mozione abbia il sostegno di tutti i deputati dell’Assemblea Regionale, a fronte di una questione che riguarda tutto il popolo Siciliano e che permetterebbe di restituire non solo linfa alla nostra economia, trattandosi di circa tre miliardi di euro annui, ma anche dignità a tutti coloro che con il duro lavoro contribuiscono alla crescita economica della nostra regione.
Così in una nota il deputato questore della Lega on. Vincenzo Figuccia.
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