Tre giorni di vibrazioni sonore senza confini visibili o invisibili, territoriali o culturali, tre giorni di grande musica. Per la quattordicesima edizione del Marranzano World Fest, dal titolo “Tessiture sonore, intrecci di corde e culture” la chiave di tutto è stata la parola condivisione, perché l’ingresso a Palazzo della Cultura di Catania da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio è stato l’inizio di un viaggio verso luoghi uniti nella diversità di suoni, colori, lingue, strumenti, con un’unica grande passione per la musica. 

Grande energia e atmosfera contagiosa, a ricrearle un connubio di artisti e pubblico. Il clou nella serata di sabato, quella che ha visto come protagonista Oumou Sangarè, la regina della musica del Mali, che ha ricevuto l’abbraccio dei siciliani e dei tanti africani che non hanno perso l’occasione di ascoltarla dal vivo. “Abbiamo sperimentato un momento particolarmente intenso – racconta Luca Recupero, direttore artistico del festival – con un forte coinvolgimento delle comunità di migranti che vivono a Catania. Tanta energia e tanta generosità da parte di un’artista internazionale di tale caratura, la cui straordinaria esibizione ha reso veramente speciale il gemellaggio con la Giornata Mondiale del Rifugiato”.

Grandi emozioni, in chiave tutta siciliana, anche per la prima serata, che ha avuto come protagonista la catanese Manola Micalizzi. “Il ruolo di chi come noi organizza eventi come il Marranzano – spiega Recupero – è anche quello di sostenere i musicisti locali che hanno tutte le potenzialità per emergere a livello nazionale e internazionale, come i Casentuli, che hanno aperto il festival e che abbiamo sostenuto nei tour europei del progetto TREMOLO, e come nel caso di Manola con il suo nuovo progetto Banda Maluca, che ha fatto da perno di una serata in cui si sono avvicendati con lei sul palco il virtuoso chitarrista Roberto Taufic e il “grande mattatore” Mario Venuti, celebre artista che si è messo a disposizione di questo progetto speciale anche per i rapporti di amicizia che lo legano a Manola”.

Tanti i momenti vissuti anche fuori dal palco, con musicisti che si sono esibiti in jam session approfittando di ogni angolo possibile, compreso il piazzale antistante il Castello Ursino, nella notte tra sabato e domenica, con un evento off festival coinvolgente e delicato. Un regalo poi a chi ha preso parte alla Marranzanite, l’ultima delle tre serate, reading teatrale di Edoardo Monteforte, con l’accompagnamento musicale di Carlo Condarelli, su un testo di Erri De Luca. Anche la terza serata ha visto avvicendarsi sul palco artisti locali ed internazionali prima della entusiasmante chiusura con il giapponese Byon Kay e con gli ungheresi Zoord. 

L’edizione appena conclusa ha segnato anche il ritorno del Marranzano World Fest al Palazzo della Cultura, dopo un precedente nel 2012. Uno spazio storico del centro di Catania, definito “ideale e suggestivo” da Luca Recupero. 

Il Marranzano non finisce qui. Fino al 14 luglio, visitabile tra palazzo Sangiuliano e palazzo Centrale, la mostra Catania Liutaia, organizzata in collaborazione con la Fondazione Kalòs e l’Università di Catania, a seguire, il 15 e il 16 luglio due appuntamenti legati al tema della tradizione musicale. Il primo da Gammazita con l’esibizione dei Giringiro, il secondo al Bastione degli Infetti con Unica Vuci, un altro intreccio, quello con le periferie.

Il Marranzano World Fest, è organizzato da Ame (Associazione Musicale Etnea), in  collaborazione con MoMu Mondo di Musica e Gammazita, il sostegno dell’Unione Europea nell’ambito del progetto Tremolo_forte, quello del Ministero della Cultura e della Regione Sicilia, con il fondamentale supporto dei volontari de l’associazione Il Nodo, inserito all’interno del cartellone del Summer Fest del Comune di Catania.

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