L’agonia dell’aeroporto di Comiso continua. Lo scalo è sempre più in fin di vita e la programmazione estiva non esiste. Attualmente, solo due voli al giorno servono a dare un’immagine della struttura desolante.

Mentre l’Accountable Manager della SAC, Rosario Di Bernardo (originario di Comiso), si trova a Girona, in Spagna, per partecipare alla fiera “Connect” – un evento utile a stabilire rotte per il 2026 – Comiso e l’intera area iblea restano senza certezze per l’estate 2025. Gli utenti che cercano di programmare i propri viaggi, infatti, non trovano alcuna data disponibile per la prossima stagione.


Un territorio dimenticato

Comiso, insieme all’intero triangolo più a sud della Sicilia, con il suo barocco, le sue spiagge lunghe e la sua bellezza unica, rischia di finire nel dimenticatoio.


Numeri impietosi

L’aeroporto potrebbe gestire fino a un milione di passeggeri all’anno, ma oggi ne conta appena 250.000. Per essere sostenibile, servirebbero almeno 600-700 mila passeggeri, ma nel 2024 lo scalo ha chiuso con un -14%, mentre Catania ha registrato un incremento del 12%. Un numero significativo di questi passeggeri ha come destinazione finale Ragusa, ma per raggiungerla deve affrontare un viaggio lungo e disagevole: 100 chilometri in almeno un’ora e mezza, su una strada resa ancora più difficile dai lavori in corso.


Dove sono le istituzioni?

Il Comitato di Difesa e Sviluppo dell’Aeroporto degli Iblei si chiede dove siano i sindaci del territorio e gli onorevoli, sia regionali che nazionali.

Nel 2016 Comiso sfiorava i 500.000 passeggeri e tutto il territorio ne beneficiava, dagli operatori turistici ai lavoratori dello scalo, fino all’indotto economico di Ragusa, Modica, Scicli e Marzamemi. Oggi, invece, il rischio è quello di perdere definitivamente un’infrastruttura strategica per il territorio.

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