Due giorni di sfilate e installazioni nel cuore di Milano – fronte Duomo (a palazzo Giureconsulti), tra invitati e passanti, addetti ai lavori e turisti, studenti e giornalisti – hanno portato lo sguardo dei neo fashion designer IED al pubblico di IED Avant Défilé 2024, evento graduate della scuola di moda IED Milano che ha coinvolto la città. Oltre 1100 i vontanti che hanno decretato i tre vincitori tra le dieci collezioni dei giovani protagonisti, pronti ad affacciarsi al mondo delle professioni della moda.
Il Premio del Pubblico è andato a Matteo Gagliano, 22enne di Cerami (Enna), autore della collezione onirica Cicardian Rhythm, pensata per la donna ma con alcuni look uomo, un omaggio al notturno, a ciò che prende vita quando si fa buio, in un viaggio per luoghi “improbabili” accompagnato dal ritmo ancestrale circadiano. Cifra stilistica è l’artigianalità espressa nel ricamo, arte che assorbe dall’ambiente famigliare e dalle tradizioni siciliane: il damasco e la lana di pecora grezza – ossia l’interno e l’esterno del cuscino, simbolo del sonno – si fondono a creare giacche, canottiere, gonne. Il progetto vuole dunque essere un’ode ai travestimenti notturni, all’intimità della camera da letto e al trasformismo, padrone della notte, dove i contorni sono sbiaditi e le lenzuola diventano abiti; un’ode agli amori che si consumano al buio, alle energie inafferrabili e senza nome, che alle luci dell’alba svaniscono in un ricordo, come la sensualità, che di giorno si nega.
Prima di iscriversi all’Istituto Europeo di Design di Milano, dove sta per laurearsi, Matteo si diploma al Liceo Classico, forte di una profonda passione per la cultura antica. Cresce circondato dalla natura agreste dell’entroterra siciliano e dalla maestria delle donne di casa nel cucire e ricamare, in un contesto molto attento alla cultura dell’abito: un’attitudine che lo ispirerà nel suo modo di progettare, insieme alla forte propensione all’artigianalità e alla manualità insita nella sua terra di origine. Appassionato di fotografia, da anni dipinge e scolpisce.
“I nostri diplomandi hanno accolto una grande sfida, lanciata direttamente dal cuore di Milano: quella di aprirsi con coraggio e responsabilità a un pubblico ampio, di conoscenti e non solo, spiegando – ciascuno con il proprio linguaggio e la propria estetica – cosa significhi progettare e cosa stia dietro al pensiero che si tramuta, attraverso il Design, in azione” – commenta Olivia Spinelli, Head of Fashion School IED Milano, che ha curato anche la direzione artistica dell’evento. “Come scuola orgogliosamente italiana trasmettiamo ai nostri studenti e studentesse una metodologia che è figlia della nostra cultura, con uno sguardo sempre aperto allo scambio e alle commistioni e che va oltre il solo lavoro. Citando Ettore Sottsass – da un decalogo inedito del 1994, intitolato Design: come saranno i fiori funzionali? – ‘il Design in Italia non è una professione, è un modo di vivere’”.
10 in totale le installazioni statiche e 10 al giorno i momenti di performance live di IED Avant Défilé in cui gli outfit hanno preso vita dentro e fuori Palazzo Giureconsulti, in una cornice di racconto personale e collettiva insieme. Tra le altre tematiche affrontate nei progetti, accomunati dal potere altamente espressivo (se non addirittura “sovversivo”) attribuito all’abito e dall’esaltazione del legame con la famiglia e i luoghi di origine.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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