• Le parole del vescovo Gisana
  • La denuncia della vittima lo scorso dicembre
  • Le violenze dal 2009 al 2013
  • Secondo legali del giovane, familiari avrebbero ricevuto offerta di 25.000 euro per silenzio

Il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana ha commentato l’arresto ai domiciliari per il sacerdote della diocesi del paese in provincia di Enna, don Giuseppe Rugolo per violenza sessuale ed atti sessuali su minorenni.

Accuse penalmente e moralmente gravi

“Ho appreso dalla nota della Procura e Questura di Enna della restrizione agli arresti domiciliari del sacerdote Giuseppe Rugolo. Le accuse contestategli, se accertate, sono certamente un fatto grave sia sotto l’aspetto penale che morale”.

La vittima aveva denunciato gli abusi subiti al vescovo Gisana. Era stato aperto un procedimento ecclesiastico che aveva concluso che la violenza c’era stata ma solo quando Rugolo era seminarista. Il sacerdote era stato trasferito a Ferrara, per malattia, mentre, invece, nella città estense frequentava un dottorato di ricerca.
Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell’ottobre del 2019 l’offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio.

La denuncia della vittima a dicembre scorso

Lo scorso mese di dicembre un giovane ha chiesto aiuto agli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna denunciando le violenze subite ad opera di un seminarista (poi ordinato sacerdote), educatore di una associazione cattolica.
Gli investigatori della Polizia di Stato, ascoltati i gravissimi fatti denunciati dal ragazzo, hanno immediatamente avvisato la Procura della Repubblica che ha coordinato le complesse ed articolate indagini con Magistrati altamente specializzati in reati contro la persona.

Il racconto delle violenze dal 2009 al 2013

Il giovane ha raccontato ogni dettaglio circa gli atti subiti tra il 2009 ed il 2013, ovvero da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20. I Pubblici Ministeri hanno delegato ogni attività investigativa alla Squadra Mobile ennese che ha curato l’espletamento delle attività tecniche, esaminando inoltre decine di persone informate sui fatti, molte delle quali hanno fornito elementi di riscontro a quanto denunciato dalla vittima. Molte delle persone a conoscenza dei fatti da anni non vivono più ad Enna per motivi di studio o di lavoro e, pertanto, è stata richiesta la collaborazione delle Squadre Mobili di varie Questure d’Italia.

L’arresto avvenuto a Ferrara

Nelle prime ore della mattinata odierna, personale della Squadra Mobile della Questura di Enna, coadiuvato dai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Ferrara, ha dato esecuzione alla misura cautelare disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna. Il sacerdote, dopo essere stato sottoposto ai rilievi foto-dattiloscopici dalla Polizia Scientifica e dopo le incombenze di rito, è stato ristretto in regime di arresti domiciliari per rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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