Nuovi scavi archeologici nella “Statio romana” di Casalgismondo, nel territorio di Aidone, in provincia di Enna. È questo l’oggetto di un appalto bandito (qui il link al bando) dal Dipartimento Acque e rifiuti dell’assessorato regionale dell’Energia e servizi di pubblica utilità.

Gli interventi sono finalizzati all’esecuzione di lavori previsti nel progetto per la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione mediatica del sito archeologico, nell’ambito della realizzazione delle opere di completamento della diga Pietrarossa. La Statio, infatti, si trova nei pressi della zona di costruzione dell’invaso.

Le parole della Baglieri

“La valorizzazione del sito archeologico di Casalgismondo – dice l’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri – è il primo passo per l’avvio dei lavori di un progetto essenziale per il territorio siciliano. Dopo 27 anni la diga di Pietrarossa, a cavallo delle province di Catania ed Enna, da un lato contribuirà a soddisfare le esigenze irrigue della zona, dall’altro non resterà la più grande incompiuta del sistema idrico siciliano, con un incredibile spreco di denaro”.

Si tratta della “Statio capitoniana”, un’area di sosta risalente all’epoca imperiale, con edifici e strutture a supporto dei viaggiatori e dei mercanti che si spostavano lungo l’antica arteria consolare che univa Catania e Agrigento.

I lavori, in particolare, prevedono la realizzazione di scavi archeologici in un’area di cinquemila metri quadrati nella sponda destra del torrente Acquabianca, un affluente del fiume Pietrarossa.

La durata dell’appalto sarà di un anno non prorogabile. L’importo a base d’asta è di poco più di 1,4 milioni di euro. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro le 13 del prossimo 25 ottobre, esclusivamente sulla piattaforma telematica dell’Urega.

Il progetto di Selinunte

Riprende quota il progetto di ricollocazione delle colonne del Tempio G di Selinunte, uno dei più grandi dell’antichità e, come il Ponte sullo Stretto per l’era contemporanea, al centro di un lungo ed estenuante dibattito che dura, tra gli archeologi, fin dagli anni Settanta.

Risalente al V secolo a.C., lungo ben 109 metri e largo 50, ciascuna colonna era alta oltre 16 metri e l’intero edificio raggiungeva circa i 30 metri. La costruzione durò alcuni decenni e i suoi elementi non vennero mai rifiniti, ma era completo nella sua struttura architettonica e in uso. Crollò probabilmente per eventi naturali, forse a causa di alcuni terremoti soprattutto in età medievale

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