“Sono estremamente stupito per le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Gigi Mangia che parla di tempi incerti per una sua istanza di occupazione di suolo pubblico”. A dirlo è l’assessore alle Attività economiche e al Suap del Comune di Palermo, Leopoldo Piampiano.

Ieri Gianluigi Mangia, conosciuto come Gigi, titolare dell’omonimo ristorante palermitano,aveva avviato una polemica denunciando come si siano arenate le pratiche relative alla concessione dello spazio esterno, fondamentale per la ripresa dell’attività dopo il lockdown nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio.

“Evidentemente Mangia – dice Piampiano in una nota, rispondendo alle accuse dell’imprenditore palermitano – non conosce il recente provvedimento dell’amministrazione comunale secondo il quale le richieste per le aree pedonali, se accompagnate da dichiarazione asseverata da un tecnico e regolari, sono immediatamente operative”.

Il noto locale, in via Belmonte, di proprietà del  cuoco e ristoratore palermitano si trova in una strada pedonalizzata nel centro città,  piccolo e caratteristico, che ha dovuto ridurre sensibilmente i posti fruibili al momento della  riapertura. Nei giorni scorsi, come avevamo raccontato su BlogSicilia, è arrivata la brutta notizia che “gli spazi esterni non possono essere concessi” poiché sono di pertinenza del locale accanto la cui richiesta sembra essere arrivata al Comune antecedentemente a quella di Mangia, sebbene pare si sia trattato di un disguido burocratico non imputabile al ristoratore.

“Nel caso specifico – risponde l’assessore -, da un primo controllo sembrerebbe che il ristoratore ha chiesto, soltanto il 13 giugno, di occupare l’area già assegnata ad un altro commerciante per cui la sua, più che una istanza sembrerebbe essere una irregolare pretesa. Gli uffici pertanto, a tutela dei diritti di tutti, devono fare le necessarie verifiche al termine delle quali gli aventi diritto potranno occupare il suolo pubblico dell’area interessata”.

“D’istinto, l’amarezza mi farebbe chiudere tutto, chiudere il mio ristorante, e lasciare la città e questo mestiere – ci ha raccontato Mangia -. Il distanziamento anti-contagio impone delle regole che noi siamo ben felici di rispettare –  ma la concessione di un’area all’aperto sarebbe fondamentale per la sopravvivenza della mia attività che, peraltro, crea lavoro per i miei collaboratori. Non si chiede ai Pubblici Amministratori di seguire l’esempio di alcune località dove il suolo pubblico, per aiutare le imprese, è stato dato in concessione gratuita. Io voglio pagare il giusto ma avere tempi certi. E come me tanti altri colleghi. Per fare impresa correttamente abbiamo bisogno di certezze e tempi brevi”.

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