In occasione della 50^ edizione della “Giornata mondiale della terra”, la più grande manifestazione ambientale del pianeta, nata negli anni ’70 negli Stati Uniti, che si è svolta, come ogni anno,  lo scorso 22 aprile,  anche Slow Food Sicilia ha voluto dare il proprio contributo, inviando alcuni interventi video sui temi che, oggi più che mai, in questo momento di emergenza sanitaria globale, affliggono il nostro pianeta ma di cui, solo di recente,  l’umanità inizia ad avere consapevolezza.

L’utilizzo dei pesticidi in agricoltura; gli allevamenti intensivi; la pesca industriale; lo spreco alimentare; le microplastiche nei mari di tutto il mondo, sono solo alcune delle tematiche affrontate ieri. “La nostra Associazione – ha spiegato  Mario Indovina, componente del direttivo regionale di Slow Food Sicilia – è, da sempre, impegnata nei temi della salvaguardia della nostra Terra Madre, partendo dalla centralità del cibo. Un cibo buono, pulito e giusto per tutti gli abitanti del pianeta. Le nostre azioni si proiettano anche verso quelle aree geografiche del pianeta particolarmente vulnerabili come l’Africa verso la quale, con il progetto “10.000 orti in Africa, intendiamo fornire nelle scuole e nei villaggi africani strumenti per garantire alle comunità cibo fresco e sano”.

Mentre Stefania Mancini Alaimo – referente dei presìdi di Slow Food Sicilia – ha sottolineato l’importanza del progetto dei Presìdi Slow Food: “ Che tutela nel mondo prodotti o tecniche di produzione tradizionali, razze animali, paesaggi rurali a rischio di estinzione. Lo fa salvaguardando la sostenibilità ambientale, con il rispetto della fertilità della terra e degli ecosistemi, l’esclusione delle sostanze chimiche e il mantenimento delle pratiche tradizionali di coltivazione e gestione del territorio. Nel mondo ci sono 585 presìdi di cui 250 in Italia e quasi 50 nella sola nostra Sicilia. Ecco perché, abbiamo voluto inviare anche il documentario di Davide Mocci sull’Ape nera sicula, girato proprio tra l’Isola di Salina e i Monti Nebrodi”.

La Sicilia è una terra ricchissima di biodiversità, e l’ape nera sicula forse può rappresentare una delle migliori testimonial di questa condizione di cui, ancora oggi, gode la nostra isola. “Siamo ancora in tempo – ammonisce Saro Gugliottaportavoce di Slow Food Sicilia – per prestare la massima attenzione all’agricoltura artigianale che sia rispettosa dell’ambiente e dell’uomo che la pratica. Siamo ancora in tempo per riprendere e valorizzare le “Colture Resilienti”, quelle ancora presenti nei territori a rischio di abbandono, soprattutto nelle aree interne montane dove, da millenni, interi territori sono stati dedicati alle colture dei grani antichi, orticole tradizionali e di frutti quasi del tutto scomparsi. Noi di Slow Food Sicilia consideriamo questi territori interni delle “Isole Slow di montagna”, al pari delle “Isole Slow di mare”. Sono territori fragili e a rischio di desertificazione agricola e sociale, pertanto, vi esortiamo a prestare maggiore attenzione a questo tipo di “Colture Resilienti” e prendere coscienza sull’importanza di una scelta accurata del cibo, di chi lo produce, nel rispetto del territorio e del pianeta tutto. Il cibo – conclude Gugliotta – è l’elemento quotidiano che riguarda tutti, tutti i giorni e per tutta la nostra esistenza e che influenza più di ogni altra cosa la qualità della nostra vita”.

 

 

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